RADICI NEGATE

Julia e la sequoia

E se potessimo fare qualcosa, qualcosa di molto concreto, per le nostre ‘radici’?

E se potessimo tornare a pensare che gli alberi sono nostri parenti stretti: un padre e una madre che ci danno nutrimento, sempre e continuamente, per tutta la vita?

E se imparassimo dai bambini a credere fermamente nelle nostre idee, portandole avanti nonostante tutto?

Radici negate. Il senso delle foreste offre uno spunto visivo per parlare di quanto i grandi polmoni verdi della Terra siano fondamentali per la nostra esistenza. La nostra vita sul pianeta dipende interamente dalle piante – ce ne nutriamo, ne diamo agli animali che alleviamo, ci curano, ci vestono … - .L’inquinamento atmosferico e le modificazioni climatiche agiscono direttamente sul metabolismo degli organismi vegetali e animali, influenzando di conseguenza le relazioni tra le varie specie.

Julia e la sequoia di Mimmo Tringale con illustrazioni di Luna Colombini, edito nel 2016 da Terra Nuova Edizioni si ispira alla vicenda di Julia Butterfly Hill, che a soli 23 anni nel 1997 visse 738 giorni su una sequoia a 55 metri d’altezza per impedirne il taglio.

La giovane protagonista di questo albo parla con gli alberi ed è loro così tanto amica da chiamarli tutti per nome. La sua pianta preferita è un’alta sequoia, Luna, che un giorno le confida una notizia terribile: tutti gli alberi di quella zona del nord della California verranno tagliati per fabbricare della carta e perciò anche la stessa Luna. Ma com’è possibile? Senza alberi la vita non esiste! Julia incomincia la sua battaglia: con la classe scrive una lettera al sindaco, ma non giunge alcuna risposta, così decide di scavalcare una transenna e trasformarsi nella paladina della sua Luna. Quel muro che attraversa da sola è come uno spartiacque, un momento decisivo nel quale la bambina capisce che solo lei può fare qualcosa di davvero concreto. E in effetti sarà così. Ma la sorpresa più grande è che non dovrà farlo da sola. Julia e la sequoia non è solo un albo che tratta dello sfruttamento incessante dei grandi boschi e delle foreste del nostro pianeta. Julia e la sequoia è sopratutto una storia di coraggio, di forza e di amicizia perché credere fermamente nelle proprie convinzioni è contagioso.

La figura di questa giovane protagonista dell’albo è tratteggiata con maestria, non solo verbale ma anche iconografica. Il disegno dell’illustratrice è caratterizzato da un contorno nero, netto ma fluido, a modi cloisonnisme, una tecnica pittorica che racchiude i colori entro un limite. Ma in verità, qui le tinte si prendono le loro libertà e non tingono le intere zone in maniera piatta e perfetta: sbordano, si rimpiccioliscono, sfumano. Andare contro i confini predeterminati, sembra suggerire lo stile di Luna Colombini, che riecheggia anche una certa maniera alla Gauguin che del cloisonnisme ne era stato un innovatore. L’illustratrice propone una grafia asciutta, incisiva, che del primitivismo del pittore francese mantiene i toni anche se declina i colori in campiture meno accese e intense, nelle quali prevale l’acquerello rispetto alla pasta pura dei colori giustapposti di Gauguin. Sono le prospettive che risentono delle rivoluzioni introdotte dalle grandi avanguardie artistiche di fine Ottocento e inizio Novecento: tutto è manipolato secondo una visuale interna più che realistica. L’effetto è quello di un’immagine che apre alla forza dell’emozione, alle passioni, al calore dei sentimenti forti e propulsori. I volti soprattutto restituiscono questa voglia di trasmettere gli stati d’animo interni dei protagonisti così come delle comparse offrendo una galleria di personaggi tratteggiati con cura individualistica. Il segno ‘espressivo’ si rivede anche nella resa delle chiome degli alberi, nella forma della flora che contiene la narrazione: la foresta non è mai uno sfondo ma gli alberi al pari dei personaggi sono protagonisti del racconto, sentono tutto ciò che succede loro attorno.

Julia e la sequoia è un albo nel quale l’intreccio tra struttura scritta e iconografica è strettissimo: l’uno enfatizza l’altro e viceversa restituendo una storia che riesce a mantenersi viva anche dopo aver terminato la lettura.

redazione
parte di: RADICI NEGATE

20/05/2021