Bernardo Cles e il Rinascimento nel Trentino

05/09/2014 Administrator User
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Bernardo Cles e il Rinascimento nel Trentino
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Il tentativo di porre Trento al centro di avvenimenti di straordinario spessore e, di conseguenza, la necessità di farne una città urbanisticamente rinnovata e centro di cultura non solo italica ma anche europea, appare con Bernardo Cles. Ma sarebbe probabilmente una forzatura attribuire a Bernardo un miracoloso amore per l'arte e per la cultura capaci di trasformare beneficamente la città. Con Bernardo Clesio siamo di fronte ad un personaggio complesso, di cui è bene ammirare l'indole pratica, razionale, organizzatrice, il fine intuito politico, la capacità di allacciare amicizie preziose ed autorevoli con i potenti ed i colti di Europa del suo tempo e la determinazione nell'attuare i suoi progetti.
Con il contributo di artisti famosi venuti ad operare nel Trentino si produssero quei tesori d'arte e di architettura che concorsero alla renovatio urbis, il rinnovamento e il riordino di una città che perse alcuni connotati medievali per acquisirne di rinascimentali. Qui è importante ribadire anche l'attenzione che il vescovo mise nel diffondere e normalizzare la scuola. In alcune sue lettere, ma soprattutto nei Sinodi diocesani, dei quali restano le "costituzioni", egli manifestò le sue preoccupazioni per le condizioni culturali del clero e del popolo. Anche negli Atti visitali successivi alla visita clesiana, si insiste sulla necessità di curare l'istruzione del clero e dei laici. I visitatori sottoponevano i sacerdoti ad un vero esame suddiviso in Literae et Scientiae (conoscenze letterarie e scientifico-filosofiche), e, per quanto sommarie fossero le conoscenze dei sacerdoti e modesta la dotazione di volumi cui attingere per colmare le lacune, resta fermo il desiderio di Bernardo di esigere una istruzione più accurata e continua.
Altra importante testimonianza dell'aspirazione del vescovo ad una cultura più approfondita ci viene dalla ricca serie di codici manoscritti che andarono ad arricchire la biblioteca vescovile iniziata dal vescovo Hinderbach. Il catalogo della biblioteca clesiana, ricostruito e pubblicato nel 1985, conferma la natura prevalentemente erudita della biblioteca: 230 dei 349 volumi catalogati sono di argomento teologico, canonico, giuridico; 50 volumi sono opere di oratori, retori, grammatici, ma altri 50 riguardano opere di prosatori e poeti del mondo romano, giacché il vescovato di Bernardo Cles fu aperto certamente anche a ventate culturali laiche, proprie dell'Umanesimo prima, del Rinascimento poi, che dall'Italia si estendevano con sempre maggiore ampiezza sul resto d'Europa. Sono di questo periodo i poemetti scientifici del medico di Chiari Gian Maria Tiberino, che nel 1487 compose il poemetto sul martirio del Simonino e le dissertazioni mediche del Mattioli, oltre ai pometti erotici di Nicolò d'Arco. Questo fu anche il periodo della propaganda protestante, diffusa nel territorio con l'ausilio della stampa e delle tipografie che conobbero una improvvisa moltiplicazione, come accade a tutte le novità. Le dottrine calviniste, anabattiste, luterane riuscivano ad evadere la stretta sorveglianza e ad infiltrarsi nel territorio del vescovato attraverso i valichi alpini che congiungono la Svizzera e Basilea, il maggiore centro di diffusione tipografica delle nuove dottrine religiose, attraverso la Valcamonica con l'Italia, per giungere fino a Trento e a Bressanone. La preoccupazione di Bernardo s'intrecciò con le vigorose proteste dei papi Leone X, Adriano VI e Clemente VII, come si rileva dalle lettere che si scambiavano questi famosi personaggi sempre più pervasi dal timore del diffondersi dell'eresia.

Da
1501
A
1600
Personaggi
Bernardo Clesio , Giovanni Hinderbach , Nicolò conte d'Arco , Tiberino Gian Maria , Mattioli
Codice
48799
codici_personaggi_as_text
50409-50618-50743-50746-50747
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Bernardo Clesio Personaggio Attributo ( Personaggi )
Giovanni Hinderbach Personaggio Attributo ( Personaggi )
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