Dalla caduta del fascismo all'armistizio

05/09/2014 Administrator User
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Dalla caduta del fascismo all'armistizio
Testo

La caduta del fascismo, il 25 luglio 1943, fu salutata nel Trentino con manifestazioni di soddisfazione, abbastanza contenute e senza forme di violenza. Il podestà di Trento, Bruno Mendini, venne sostituito con il commissario prefettizio Gilberto Mazzanti e, al posto del prefetto Foschi, si ebbe la nomina di Tommaso Pavone. Le autorità locali, preoccupate di mantenere l'ordine pubblico tanto da istituire il coprifuoco, vigilavano perché continuasse la normalità dei rapporti pubblici e privati, ma questo non impedì che già il 26 luglio s'incontrassero gli esponenti delle forze antifasciste per progettare una serie di iniziative da far pervenire anche a Roma.
La fine del regime, nell'intero paese, venne identificata con la speranza che potesse cessare il centralismo della capitale per fare ritorno al decentramento, all'autonomia, alla ricostituzione del precedente tessuto organizzativo civile ed economico, ossia alle istituzioni che avevano garantito la libertà. Quest'ansia di cambiamento, nonostante i limiti della censura ancora in vita, trovò espressione sulle pagine de "Il Brennero", affidato il 3 agosto alla direzione del liberale Gino Marzani. Gli articoli pubblicati e le numerose lettere inviate alla redazione da parte di note figure dei disciolti partiti, da uomini di cultura e da molti cittadini qualsiasi, erano legati da un filo conduttore comune: rimuovere la soffocante burocrazia e cancellare il malgoverno per riconsegnare alle popolazioni la gestione diretta dei loro interessi attraverso la rinascita dell'autonomia provinciale e comunale.
L'euforia per la liberazione dal fascismo era però compromessa dall'incubo della presenza nazista, sempre più massiccia e poco compatibile con lo spirito dell'alleanza italo-tedesca ancora in vita. Per quanto Badoglio avesse dichiarato la continuazione della guerra, alla Germania era ben chiaro che il nuovo governo si apprestava a trattare la resa con le potenze alleate e, se continuava il gioco della collaborazione, era solo per attestarsi saldamente sul suolo italiano. Le truppe tedesche, anziché limitarsi a scorrere sull'asse del Brennero per raggiungere il fronte di combattimento, cominciarono ad insinuarsi nelle valli e a stabilirsi nelle località strategicamente importanti, oltre che sui valichi alpini. Il generale Alessandro Gloria, comandante delle divisioni dislocate al confine, fece più tentativi per impedire quella che ormai era una palese occupazione, ma senza riuscire ad opporsi all'esercito nazista, determinato a ricorrere perfino alla forza. La gravità della situazione era ben chiara al Comando dell'Arma dei carabinieri di Trento che teneva sotto controllo il transito delle truppe e degli armamenti tedeschi; si sapeva perfino che il generale Kesselring, in una riunione tenuta il 3 settembre ad Egna, aveva annunciato l'imminente occupazione della regione.
Il 2 settembre Bolzano e Trento vennero colpite dal primo, gravissimo bombardamento, che portò a ingenti devastazioni del tessuto abitativo e viario ed a numerosi morti ( 223 a Trento). La tragedia dei sinistrati che fuggivano dalla città alimentava l'avversione alla guerra ed il senso di generale disfacimento. In questo clima giunse la notizia dell'armistizio italiano, comunicata l'8 settembre, destinata a costituire il prologo di un dramma dopo la breve illusione che fossero giunti la pace e la normalizzazione. Le prime ore della notte trascorsero tranquille, ma verso le tre del giorno 9 cominciarono le operazioni dell'attacco tedesco dopo l'eliminazione dei soldati incaricati del turno di guardia alle caserme e agli uffici pubblici. L'assalto, compiuto con un consistente numero di uomini e di carri armati, colse di sorpresa le forze italiane; i militari cercarono di contrastare con coraggio l'aggressione, ma ogni azione risultava disperata di fronte alle armi dell'ex alleato. Dopo poche ore di lotta la resistenza era costata 48 morti e oltre 200 feriti; i militari sfuggiti cercavano di guadagnare le montagne ed i catturati venivano ammassati provvisoriamente in un campo di concentramento allestito a Gardolo. Il Trentino era ormai interamente caduto in mani naziste.

Da
25/07/1943
A
8/09/1943
Personaggi
Mendini Bruno , Mazzanti Gilberto , Pavone Tommaso , Marzani Gino
Codice
48757
codici_personaggi_as_text
50693-50702-50703-50704
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Marzani Gino Personaggio Attributo ( Personaggi )
Mazzanti Gilberto Personaggio Attributo ( Personaggi )
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