I vescovi di Trento e Bressanone ricevono i poteri temporali

05/09/2014 Administrator User
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I vescovi di Trento e Bressanone ricevono i poteri temporali
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È opportuno premettere che tra il IX e il X secolo la crisi dell'Impero e più in generale delle strutture istituzionali pubbliche portò ad un diffuso rafforzamento dell'autorità dei vescovi. Coloro che guidavano la comunità cristiana infatti si trovarono – ancor più che nel periodo precedente – ad essere gli unici capi riconosciuti e riconoscibili di tante città e territori. La politica degli imperatori germanici delle dinastie di Sassonia e di Franconia, tra il X e l'XI secolo, non fece che rafforzare questa tendenza, anche per limitare il potere delle grandi famiglie laiche.
Fu in tale contesto che l'imperatore Corrado II, il 31 maggio e il primo giugno 1027, scelse di affidare direttamente al vescovo di Trento il potere temporale nelle contee di Trento, di Bolzano e di Venosta (forse tale atto non era altro che una conferma di quanto già stabilito dal suo predecessore, Enrico II). La concessione del 1027, di cui si possiede il documento originale, era di eccezionale ampiezza: poneva i vescovi di Trento alla dipendenza diretta dall'imperatore e consentiva loro l'esercizio di tutte le funzioni pubbliche, compresa la materia giudiziaria e quella tributaria. In momenti successivi i vescovi avrebbero poi ricevuto ed esercitato anche altri diritti propri del regnante (lo sfruttamento delle miniere, la supremazia sugli uomini liberi, la tutela delle strade, i diritti di mercato, di moneta e di dogana, l'uso della foresta).
Il territorio sul quale il vescovo di Trento esercitava tali diritti comprendeva, nel 1027, l'attuale provincia di Trento (meno la Bassa Valsugana e il Primiero, che erano dei vescovi di Feltre, e la val di Fassa, che era dei vescovi di Bressanone), gran parte dell'attuale provincia di Bolzano (meno la valle dell'Isarco a nord di Chiusa e la Val Pusteria) e una parte dell'Engadina, oggi territorio svizzero, da Zernez fino all'altezza del passo di Resia. Al vescovo di Bressanone erano stati contemporaneamente donati analoghi poteri sulla contea del Norico (valle dell'Isarco e media valle dell'Inn); ad essa Enrico IV, nel 1091, aggiunse la contea di Pusteria. In questo modo la valle dell'Adige ed i passi alpini che ad essa facevano capo, attraverso i quali era relativamente agevole passare dalla Germania all'Italia, risultavano presidiati dai due vescovi.
Come si è detto, i confini del territorio soggetto civilmente al vescovo di Trento erano in parte diversi dai confini dell'area nella quale egli era capo spirituale: la diocesi verso nord comprendeva solo la contea di Trento, fin quasi a Chiusa verso nord-est e a Merano verso nord-ovest; verso est invece non solo la Bassa Valsugana, ma anche tutto il Perginese e la sella di Vigolo Vattaro facevano capo al vescovo di Feltre; le due pievi di Avio e di Brentonico, in Vallagarina, a quello di Verona.
L'immagine più viva dell'inserimento delle vicende di Trento e dei suoi vescovi nella ‘grande politica' dell'epoca ci viene dal Sacramentario Udalriciano, un libro liturgico del secolo XI nel quale – all'interno del canone della messa – sono ricordati prima i vescovi di Trento, quindi i nomi di coloro che in qualche modo avevano beneficato la cattedrale trentina e chiedevano quindi di essere ricordati nella preghiera dal clero che vi officiava. Tra essi si contano non solo molti vescovi dell'Italia settentrionale e della Germania, ma anche gli imperatori e una nutrita serie degli appartenenti all'alta nobiltà bavarese. La redazione è da mettere in connessione con i ripetuti passaggi per Trento nella prima metà dell'XI secolo della corte imperiale, ed in particolare con il transito del corteo funebre che riportava in patria le salme della regina Gunhilda, nuora dell'imperatore Corrado II, e del giovane duca di Svevia Ermanno IV; quest'ultimo fu sepolto nella cattedrale trentina. Il prezioso codice liturgico dà l'immediata percezione di come la Chiesa di Trento fosse allora parte integrante della «Chiesa imperiale» (Reichskirche), nei decenni in cui Enrico II e Corrado II compivano i passi decisivi per la fondazione del potere temporale dei vescovi.

Da
1027
A
1091
Personaggi
Enrico II , Corrado II
Codice
48597
codici_personaggi_as_text
50418-50597
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