Il Trentino occidentale

05/09/2014 Administrator User
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Il Trentino occidentale
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Importanti resti di strutture abitative e necropoli sono state individuate in tutto il Trentino, soprattutto quello occidentale, nelle zone del Basso Sarca, delle Giudicarie e della val di Non. Si tratta infatti di zone aperte, pianeggianti e facilmente coltivabili. Lo stesso vale per la valle dell'Adige, a testimonianza dell'occupazione capillare del territorio, soprattutto tra il I e il II sec.d.C., facilitata dalle vie di comunicazione, rappresentate dai corsi d'acqua, dai laghi e dai tracciati viari. Tra le vie fluviali l'importanza maggiore l'ebbe sicuramente l'Adige che, percorso già in epoca preistorica, era utilizzato soprattutto per il trasporto di materiali e merci pesanti. Un ruolo di grande rilievo venne svolto anche dal lago di Garda, via di collegamento essenziale tra l'area padana e quella del basso Sarca.
Presso la statale 118, che collega Riva ad Arco, sono state riportate alla luce una sessantina di sepolture basate sia sul rito della cremazione che su quello dell'inumazione, raccolte in gruppi familiari dei quali uno solo presentava un recinto ben costituito con pietra e malta ed al centro un monumento, di cui si è conservata solo la base. Tra queste tombe mancano quelle riferibili a bambini, presenti invece tra i resti di un edificio di S.Giorgio di Riva, simili a quelle rintracciate a Sanzeno, in Val di Non, e a Mezzocorona, nella valle dell'Adige. Ciò sembra avvalorare l'ipotesi che i piccoli venissero sepolti o nelle immediate vicinanze delle abitazioni o all'interno di esse.
Numerose sono anche le epigrafi trovate, come quella in cui è citato il Collegio degli addetti alla navigazione benacense, che documenta l'importanza economica attribuita al lago di Garda, sfruttato per le comunicazioni e i commerci tra le popolazioni che risiedevano in prossimità delle sue sponde.
La zona del basso Sarca è anche l'unica di tutto il Trentino in cui sono presenti tracce sicure di centuriazione (su un territorio di 8-10 Kmq.) a dimostrare l'occupazione stabile del territorio e lo sfruttamento intensivo delle sue risorse, attraverso la distribuzione a tutti gli abitanti di appezzamenti di uguale grandezza.
Interessanti sono anche i resti di strutture insediative, come quelli di un'abitazione riportata alla luce nel centro di Arco, in piazza III Novembre. La struttura era dotata di un sistema di riscaldamento, confrontabile con quello rinvenuto a Trento, in via Rosmini e presso il Teatro Sociale. Consisteva nell'appoggiare su di un piano in mattoni dei pilastrini, anch'essi di mattoni, dell'altezza di 30-40 centimetri (suspensurae), destinati a sorreggere un pavimento pensile. Si creava infatti un'intercapedine nella quale veniva introdotta aria calda, prodotta da un forno opportunamente posizionato, in modo da poter riscaldare contemporaneamente più ambienti, talvolta distribuiti anche su due piani.
Tra il 1986 e il 1987 a S. Giorgio di Arco, su oltre 4000 mq. sono state individuate diverse strutture disposte intorno ad un cortile aperto, riferibili probabilmente ad una fattoria e risalenti, in base alle testimonianze monetali, al I sec.a.C.- I sec.d.C. La fattoria fu utilizzata fino al V sec. d.C.
Tracce di abitazioni sono attestate anche nella zona di Prato Saiano e di Varone dove, in occasione dell'ampliamento del cimitero, è stata individuata una struttura sviluppata su più piani.
Uno dei siti rivani più interessanti è Monte S. Martino, sopra il paese di Campi, ad 850 m.s.l.m. Qui sono stati trovati, fino ad ora, oltre a vari reperti retici, resti di edifici di epoca romana, uno forse a carattere cultuale, due are con iscrizioni sacre, molti oggetti tra cui alcune statuette.
Nell'occupazione del territorio un ruolo molto importante doveva essere svolto dai tracciati viari. Benché sia molto difficile trovare i resti di una strada attribuibile all'epoca romana, talvolta il ricercatore è fortunato, come nel caso della via realizzata in ghiaia pressata, con andamento parallelo al tracciato moderno, rinvenuta tra Riva ed Arco, presso la già citata provinciale 118 di S. Giorgio.

Da
100 a.C.
A
300 d.C.
Codice
48545
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