Il Trentino sotto la sovranità asburgica

05/09/2014 Administrator User
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Il Trentino sotto la sovranità asburgica
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L'entrata dell'Austria nella sesta coalizione antinapoleonica avvenne nell'agosto 1813; il 15 ottobre l'esercito austriaco occupava il Dipartimento dell'Alto Adige dove veniva insediata una amministrazione provvisoria, proprio alla vigilia della disastrosa sconfitta di Napoleone a Lipsia. Il Trentino subì passivamente il cambio di sovranità e rimase estraneo al movimento di opposizione sviluppato nella parte tedesca del Tirolo contro la politica centralista del commissario Roschmann e delle autorità viennesi, né chiese il ripristino delle antiche forme di autogoverno, perché aveva avuto una storia diversa rispetto alla contea tirolese in quanto era rientrato, per secoli e nella sua parte maggiore, nel principato vescovile.
Il 7 aprile 1815 l'Austria riuniva la parte transalpina del Tirolo, quella cisalpina e l'ex principato vescovile di Trento in un'unica provincia (Land), ed il primo maggio entrava in vigore il nuovo ordinamento politico che, fissata la sede del governo ad Innsbruck, divideva il territorio in capitanati circolari due dei quali nel Trentino, quello di Trento e quello di Rovereto. L'atto finale del congresso di Vienna del 9 giugno 1815 sanciva definitivamente il rientro del Tirolo, già ceduto all'Austria dalla Baviera, e degli ex principati vescovili di Trento e Bressanone nei possedimenti asburgici; il 6 aprile 1818 la contea tirolese veniva inclusa nella Confederazione germanica. Il legame con questo organismo politico tedesco non fu avvertito, per il momento, come lesivo dei diritti e delle tradizioni trentine; solo più tardi, nel 1848, i deputati del Tirolo italiano presenti alla costituente di Francoforte chiesero il distacco del loro paese dalla Confederazione, ma con esito negativo.
Il nuovo ordinamento tirolese venne pubblicato il 24 marzo 1816; esso richiamava in vita l'antica rappresentanza eletta sulla base degli ordini sociali. Il grande congresso (Dieta) era composto da 52 membri, 13 per ogni "stato"; essi erano il clero, la nobiltà, i cittadini ed i contadini. Al Trentino spettavano di diritto tre rappresentanti per l'ordine del clero, due per le città, due per i contadini. L'ordine della nobiltà eleggeva i propri deputati senza riferimento al territorio e la minoranza italiana riusciva ad ottenerne raramente fino al massimo di tre. Le facoltà e le competenze della Dieta erano assai estese, tanto da realizzare una effettiva ed ampia autonomia del Land. Il centralismo statale si palesava soprattutto con il controllo delle libertà elettorali, l'approvazione sovrana necessaria per rendere esecutive le delibere dietali, la possibilità di sciogliere la Dieta, la revoca degli antichi diritti di autodifesa, l'unificazione della carica di capitano provinciale (presidente della Dieta) con quella di governatore (rappresentante del governo). La presenza decentrata dell'esecutivo si realizzava nel Trentino nei capitanati circolari di Trento e Rovereto suddivisi, rispettivamente, in 21 e 14 giudizi distrettuali. Questi ultimi avevano compiti di sorveglianza sui comuni e le pubbliche istituzioni, poteri di polizia per tutelare l'ordine e poteri giudiziari. Dopo l'introduzione del codice civile e penale austriaco, che sostituiva quello napoleonico, a Trento e a Rovereto vennero istituiti tribunali di prima istanza mentre ad Innsbruck aveva sede il tribunale d'appello.

Da
1813
A
1816
Codice
48655
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