Casa Rella

"Delle due case rimpetto al Duomo, una di esse è dipinta sulla facciata a chiaroscuro; e l’altra a varietà di colori"

[ Ezio Chini]

Nel 1780 il bolognese Francesco Bartoli, singolare figura di attore giramondo, amante della pittura e scrittore, compilò una sorta di Guida manoscritta dei dipinti più importanti da lui visti nel territorio trentino. In quel prezioso testo, pubblicato solo nel 1939 da Giulio Benedetto Emert, il Bartoli così descriveva le due case affrescate in piazza Duomo a Trento: “Delle due case rimpetto al Duomo, una di esse è dipinta sulla facciata a chiaroscuro; e l’altra a varietà di colori; ed esprimono figure simboliche, emblemi e geroglifici, opere di Marcello Fogolino da Vicenza.”

In realtà solo la prima casa, quella che era in antico dei Cazuffi, è opera del Fogolino (ca. 1532-1535); l’autore dell’altra vivace decorazione multicolore rimane ancora avvolto nel mistero. Si può solo pensare che quest’ultima sia stata realizzata qualche anno dopo, verso il 1538-40. Così scriveva l’Emert (1942): “…la decorazione si fa ricca di tinte varie sfumate, calda di tonalità solide…intonate con colori azzurri, verdi, dorati, candidi, in gamme e distacchi che arieggiano le coeve maioliche. Più di ogni altra singolare è la rappresentazione della medievale “scala di virtù”, collocata intenzionalmente al centro della composizione: sale un giovane per una scala che porta verso il cielo: se non che tre ostacoli gli impediscono di salire e, avvintolo con funi, vorrebbero ritrascinarlo a precipizio, se egli non è pronto a tagliare i lacciuoli con un bel colpo di spada; i tre ostacoli sono la miseria, la seduzione, la morte”, come è spiegato nell’iscrizione latina che tradotta liberamente suona così: “Al giovane è dato salire in alto assai se riesce a liberarsi dalla passione volgare e dalla indigenza sordida, e non lo coglie la morte”.

Questa raffigurazione della Scala di elevazione spirituale non è un’invenzione originale ma venne copiata fedelmente da un’incisione (1520 circa) attribuita al tedesco Hans Weiditz (si veda l’illustrazione di confronto). Ricchissima di temi moraleggianti, in parte ancora enigmatici, è la grande superficie pittorica che purtroppo mostra i danni del tempo, rinnovatisi pur dopo il restauro del 1990, e che richiedono nuovi interventi. Fra essi si distingue l’Esperienza “personificata in donna discinta nell’atto di sollevar per i capelli un paio di putti: quello immagine della verità; questo della menzogna” (Emert, 1942). Nella porzione di destra, all’estremità, si riconosce facilmente la figura allegorica della Fortuna, una donna nuda che scorre sulla superficie del mare aggrappata a una vela gonfiata dal vento favorevole. Nella parte alta con piccole ed eleganti figure sono narrati i Trionfi d’Amore, di Apollo e dell’Abbondanza. A di sopra da alcune finte aperture si affacciano vivaci immagini maschili e femminili che ricordano quelle dipinte dai Dossi al Castello del Buonconsiglio nel 1532. Alla sommità, sotto la gronda, corre nella penombra un lungo fregio a monocromo con girali vegetali ed animali fantastici.

Ancora non si sa chi fossero gli antichi proprietari di questa casa nel secolo XVI. Della famiglia Rella fu nel secolo XIX.

Ezio Chini

(1950), storico dell'arte, si laurea con Mina Gregori all'Università di Firenze (1975). Dal 1978 al 2010 ricopre l'incarico di funzionario della Provincia Autonoma di Trento e nell’ambito dell’Assessorato alla Cultura della Provincia Autonoma di Trento gli vengono affidati i seguenti incarichi di carattere direttivo: coordinamento dell’attività di catalogazione del patrimonio artistico del Trentino (1978-1982); direzione restauri opere mobili ed affreschi (1981-1987; 1999-2003); direzione (come sostituto) del Museo Provinciale d’Arte, Castello del Buonconsiglio (1988-1990); direttore di Divisione, settore storico-artistico, Castello del Buonconsiglio, dal novembre 2003. È autore di circa 250 pubblicazioni, sull’arte a Firenze, nel Veneto, in Lombardia e soprattutto in Trentino, con particolare riferimento ai secoli XVI-XVIII, al Castello del Buonconsiglio e ai pittori Girolamo Romanino, Marcello Fogolino, Dosso e Battista Dossi. È organizzatore di numerose mostre, fra cui Dipinti su tela. Restauri (1983); Girolamo Romanino (2006;in collab. con L. Camerlengo, F. Frangi, F. de Gramatica); L’arte riscoperta (2000; in collab. con P. Pizzamano ed E. Mich). È socio dell’Accademia degli Agiati, della Società di Studi Trentini di Scienze Storiche e di Italia Nostra (membro della Direzione). Nell’ambito di Italia Nostra - Sezione di Trento, coordina dal 2017 il progetto Trento città dipinta. Un patrimonio da salvare. È Delegato regionale alla valorizzazione nell'ambito della Delegazione Fai di Trento.

Ezio Chini - storico dell'arte

10/01/2019