Campi Neri

Un luogo di culto tra preistoria e tarda romanità

Usciamo dal Museo Retico, ma rimaniamo in Val di Non, a Cles, per scoprire l'area archeologica dei Campi Neri.

Campi Neri è una vasta area di culto, la più estesa di tutto l’ambito alpino, dove fin dai primi anni dell’Ottocento vennero recuperati numerosi reperti archeologici appartenenti a diverse epoche, dall’età del Rame all’età romana. Tra questi, la famosa Tabula Clesiana.

Il nome dell'area si deve al colore nero del terriccio, ricco di ossa combuste e resti carboniosi frammisti a numerosi oggetti, evidenti tracce di terra di rogo.

I recenti scavi hanno portato alla luce un’area di culto di circa 7000 metri quadrati, con una struttura megalitica a monte e zone destinate all’accensione di fuochi. Era percorsa da “vie sacre” che permettevano di attraversare il santuario in processione e deporre le offerte alle divinità con l’accensione di roghi votivi e sacrifici di animali. L'area era presumibilmente frequentata dalle comunità della valle dall’età del Rame alla tarda romanità. Qui probabilmente si veneravano divinità che dovevano aiutare e proteggere nella pratica dell’agricoltura.

Sono stati recuperati oltre mille oggetti, in gran parte esposti al Muse Retico, alcuni dei quali intenzionalmente spezzati o ritorti con lo scopo di aumentarne il valore simbolico, numerosi oggetti di ornamento, attrezzi e armi in ferro, campanelli e lamine di bronzo, e, a partire dall’epoca romana, anche monete.

 

 

 


16/04/2020