I Santi Martiri di Anaunia

Le origini del Cristianesimo in Trentino

La religione cristiana ebbe ufficiale riconoscimento nelle valli alpine solo nel IV sec.d.C., avendo trovato fino a quel momento una certa difficoltà ad opporsi ai culti pagani, molto ben radicati in quelle zone periferiche dell’impero romano.

In questo ambito si inquadra l’episodio di Sisinio, Martirio e Alessandro (tre missionari originari della Cappadocia), che vennero inviati dal vescovo di Trento, Vigilio, in val di Non ad evangelizzare la popolazione locale. I tre vennero barbaramente uccisi il 29 maggio del 397 d.C. quando si stavano preparando i festeggiamenti dell’ambarvalia, riti propiziatori per il raccolto e la fertilità, consistenti in sacrifici animali e processioni nelle campagne. Si narra che venne chiesto ad un neofita cristiano di fornire un animale da sacrificare, ma i tre missionari intervennero per impedire questa imposizione scatenando l’ira della folla. I tre furono uccisi in sacrificio al dio Saturno e i loro resti raccolti dal vescovo Vigilio, una volta avvertito di quanto accaduto. Una parte delle spoglie venne deposta nella Basilica fatta costruire appositamente al di fuori delle mura meridionali di Tridentum, dove nel 1200 venne edificato il Duomo. Alcuni resti vennero inviati a Milano, Costantinopoli e altre sedi, contribuendo al diffondersi del culto delle reliquie.

Della diffusione di questo tipo di venerazione, tra V e VI sec.d.C. sono testimonianza i reliquiari, che venivano posti all’interno degli altari al momento della consacrazione delle chiese. Si tratta di urne in pietra, generalmente a forma di piccoli sarcofagi, all’interno delle quali era posto un contenitore in argento (capsella) per le reliquie. In val di Non ne sono stati trovati a Sanzeno, Tassullo, Tuenno, Portolo, Vigo di Ton e forse a Romeno.


16/04/2020