L’incontro con Roma

Vittoria e Fortuna

L’intenso processo di romanizzazione della valle avvenuto nel I sec. d.C. è dimostrato dal ritrovamento di due statue di marmo raffiguranti una matrona in veste di divinità, forse la Fortuna, e una Vittoria. Rinvenute a Smarano e prodotte in area padana, facevano probabilmente parte di un monumento dedicato alla casa imperiale.

La statua raffigurante la matrona, priva della testa e del braccio sinistro, è stata identificata con la dea Fortuna. Con la mano destra probabilmente reggeva il timone con cui la divinità guidava l’impero. Nella mano sinistra teneva invece un simbolo di prosperità, la cornucopia, visibile in corrispondenza nella frattura del braccio. La statua è riccamente adornata con tunica a maniche abbottonate e con la stola, tipica veste delle donne di alto rango. Sopra la stola, stretta da una sottile cintura, porta un ampio mantello drappeggiato.

La statua raffigurante una Vittoria, mancante di tutta la parte superiore, tiene il piede appoggiato su una sfera, considerata il simbolo della sacralità dell’impero. Il panneggio elegante e le ampie pieghe del vestito, celano solo in parte la presenza dello scudo appoggiato alla gamba.

Questi esemplari, prodotti in marmo greco da centri specializzati e di elevata fattura, rappresentano dei simboli di propaganda imperiale sul territorio anaune e sembrano confermare il legame di gratitudine e di fedeltà della popolazione locale alla casa imperiale.


16/04/2020