Archeologi ma non solo: l'approccio multidisciplinare

Il viaggio al Museo delle Palafitte di Fiavé riprende con alcuni accenni alla metodologia delle ricerche archeologiche nel sito palafitticolo del lago Carera, oggi torbiera e riserva naturale

Gli scavi condotti da Renato Perini negli anni ‘70 furono in un certo senso pionieristici. Gli archeologi furono affiancati nel lavoro di ricerca da esperti di diverse discipline, geologia, sedimentologia, paleobotanica, archeozoologia e da altri specialisti provenienti da diversi paesi europei.

La sedimentologia, attraverso l’osservazione degli strati del terreno e lo studio della loro composizione, ha aiutato a ricostruire le fasi naturali e le azioni umane che hanno modificato l’ambiente, fornendo dati essenziali su clima, paesaggio, impatto delle attività umane sul territorio.

Il paleobotanico, analizzando i resti vegetali rinvenuti nello scavo, ha contribuito alle ricostruzioni ambientali, individuando anche l’uso tecnologico, economico e alimentare delle piante da parte dei palafitticoli. 

I resti animali, soprattutto ossa, sono stati oggetto di analisi da parte dell’archeozoologo. Oltre alla determinazione della specie, l’osservazione delle ossa ha permesso lo studio delle tracce di macellazione e in particolare di quelle riferibili al distacco delle masse muscolari, direttamente collegate alle tecniche di conservazione della carne.


14/04/2020