L'albero degli utensili

Grazie alle eccezionali condizioni di conservazione della torbiera sono giunti fino a noi circa 300 manufatti in legno: una collezione unica in Europa.

Gli abitanti delle palafitte, provetti artigiani, sceglievano accuratamente il tipo di legno da utilizzare. Erano inoltre particolarmente abili nell'individuare la parte della pianta più adatta per ottenere la forma dell’oggetto che volevano realizzare.

Per ciotole, tazze e mestoli si sfruttavano le protuberanze globose di faggi, aceri o abeti, che presentavano un tessuto con venature molto sinuose adatto e resistente per ricavare le parti curve.

Cimali di abete bianco o rosso con gli ultimi ramoscelli disposti a raggiera venivano impiegati per ottenere frullini di varie dimensioni.

Le immanicature di falcetto erano ricavate dal tratto ricurvo della ceppaia del faggio o dalla parte del tronco verso la radice.

Le mazze più pesanti erano realizzate utilizzando parti del tronco munite di un robusto ramo, possibilmente diritto, ortogonale al tronco stesso.

Per le asce dell’età del Bronzo veniva scelto il tratto rettilineo del tronco, da cui ricavare l’impugnatura, e una diramazione in cui intagliare l’immanicatura, che veniva sagomata a “becco d’oca” per l’incastro dell’ascia.


14/04/2020