Lavorare la terra

Coltivare la biodiversità

La visita al Museo delle Palafitte di Fiavé è una vera e propria immersione nella vita quotidiana del villaggio palafitticolo di 3.500 anni fa. Tra le attività svolte dai nostri antenati che vivevano sulle sponde dell’antico lago Carera l’agricoltura svolgeva un ruolo di primo piano.

La nascita dei villaggi palafitticoli deve aver determinato un forte disboscamento, creando radure utilizzabili per il pascolo o le coltivazioni. Le aree destinate all’agricoltura erano probabilmente quelle attorno all’antico lago o il dosso sul quale sorge l’attuale paese di Fiavé. Le analisi condotte sui resti paleobotanici ci dicono che l’agricoltura, ai tempi del villaggio Fiavé 6, era basata principalmente sulla coltivazione dei cereali: orzo, farricello, farro e spelta. L’utilizzo di diverse specie era presumibilmente dovuto alla scelta di differenziare la semina per garantire il raccolto, indipendentemente dall’andamento climatico stagionale. Altre specie coltivate erano il pisello, alcune varietà di cavolo ed infine il lino usato sia per la fibra sia per il seme da cui ricavare l’olio. La grande quantità di noccioli di corniole sembra suggerire un sistema di raccolta organizzato e forse la presenza di veri e propri frutteti.

La lavorazione dei campi, preparazione del terreno, semina e mietitura è documentata da alcuni eccezionali attrezzi in legno: un aratro, un giogo, quattro falcetti, zappe e tracciasolchi, esposti al Museo delle Palafitte.


14/04/2020