Vita in palafitta: l’alimentazione

Vegetali da coltivare e raccogliere, cibi da conservare

Abbiamo visto che le attività maggiormente praticate dagli abitanti dei villaggi palafitticoli di Fiavé erano l’allevamento e l’agricoltura. Ora vediamo cosa mangiavano e cosa tenevano nella loro dispensa.

Oltre a carne e latticini, l’alimentazione si basava su un’ampia gamma di specie vegetali coltivate e spontanee. Dai cereali, farro, farricello, orzo e spelta, si ricavavano con l’utilizzo di macine e macinelli farine integrali che potevano essere trasformate in pani non lievitati o farinate. Tracce di queste preparazioni alimentari sono ancora presenti all’interno di vasi in ceramica. Molto praticata doveva essere anche la raccolta di frutti selvatici fra cui fragole, mele, fichi, alchechengi, pere, more, lamponi, uva, bacche di sambuco e di biancospino.

Dai numerosi ritrovamenti si è visto che era particolarmente consistente il consumo di nocciole, pere e ghiande, così come quello delle corniole, per le quali si è ipotizzato un utilizzo per la produzione di una bevanda alcoolica fermentata.

Alimenti e sementi potevano inoltre essere conservati a lungo con particolari accorgimenti: per i cereali era mantenuta l’intera spiga, per la carne doveva essere praticata l’essicazione o l’affumicatura. Il latte invece poteva essere trasformato in burro e formaggio come documentano i numerosi frullini rinvenuti.


14/04/2020