Vita in palafitta: la caccia
Arco e frecce
Tra le attività praticate dagli abitanti del villaggio dell’età del Bronzo di Fiavè è ben documentata anche la caccia. Le ricerche condotte dagli archeologi nella torbiera di Fiavé hanno portato alla luce un arco, due aste e alcune punte di freccia.
Tra gli archi preistorici ritrovati nella regione alpina, di cui ben 7 provengono dal vicino sito palafitticolo di Ledro, quello di Fiavé è un unicum: è il solo arco costruito in legno di corniolo, mentre gli altri sono in legno di tasso stagionato. Si ipotizza che fosse stato scelto un ramo ancora verde per ottenere un’arma efficiente in poche ore di lavoro. L’arco presenta una delle estremità priva di tacche per l’alloggio della corda, si presume quindi che venisse fissata con un semplice nodo.
Le due aste di freccia, realizzate con schegge di larice accuratamente levigate, conservano residui di mastice. Nella prima il mastice è rimasto all’interno di un solco inciso per fissare la punta in selce. La seconda asta presenta invece l’impronta del filo che in origine legava l’impennaggio.
Le punte di freccia in selce, osso o palco di cervo variano nella forma e nei tipi di materia prima in funzione dell’utilizzo: innanzitutto servivano per la caccia, ma probabilmente, nel caso di punte in osso e corno, anche per il combattimento.
Un ritrovamento del tutto singolare è una punta di selce con il mastice ancora fissato all’asta e con un piccolo sperone in osso per impedire alla freccia di sfilarsi una volta raggiunto il bersaglio.
14/04/2020