Ostriche e vino. In cucina con gli antichi romani/1

A tavola nella Tridentum

La mostra “Ostriche e vino. In cucina con gli antichi romani”, allestita allo Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas, ci permette di gettare uno sguardo sull'alimentazione al tempo dei Romani sulle sponde dell'Adige.

Dai ritrovamenti archeologici avvenuti negli ultimi anni in Trentino sappiamo che la dieta era tipicamente mediterranea con consumo di cereali, legumi e verdura e aggiunta di carne, pesce e uova.

Nella mostra “Ostriche e vino. In cucina con gli antichi romani”, allestita allo Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas, sono esposti i resti carbonizzati di frumento, miglio, orzo, lenticchie rinvenuti in occasione di uno scavo archeologico svolto a Rovereto, in località Navicello. Nel De re coquinaria del II sec.d.C., l’unica raccolta di ricette romane giunta fino a noi a partire dai testi di Gavio Apicio (vissuto tra il I sec.a.C. e il I sec.d.C.), da cui prende il nome, si descrivono diverse ricette di zuppe con cereali e legumi. In una si prevedeva di ammorbidire ceci, lenticchie, piselli e di metterli a bollire con dell’orzo. Si consigliava di aggiungere olio e poi porro, aneto, coriandolo e molte altre erbe. In conclusione si tritava del cavolo e si condiva con finocchio e origano.

In territorio trentino è attestato anche il consumo di pietanze particolarmente prelibate come chiocciole e ostriche. Ne sono state trovate presso l’area archeologica di Palazzo Lodron e nei pressi della villa romana di via Rosmini. Le ostriche, provenienti dall’area adriatica, erano probabilmente trasportate in botti riempite di acqua di mare perché si mantenessero fresche il più a lungo possibile. La loro presenza dimostra che a Tridentum esisteva un ceto sociale particolarmente abbiente che poteva permettersi cibi ricercati.


14/04/2020