Ostriche e vino. In cucina con gli antichi romani/4

Carne e cacciagione

I reperti esposti nella mostra "Ostriche e vino. In cucina con gli antichi romani" permettono di documentare l'utilizzo della carne nella dieta degli abitanti di Tridentum.

I Romani amavano la carne, ma solo i più ricchi potevano permettersi di mangiare animali giovani e le parti più prelibate durante i banchetti, che si svolgevano in occasioni particolari. Negli scavi archeologici condotti a Trento e nel territorio circostante sono stati trovati ossi di vari animali tra cui buoi, capre, pecore, polli, maiali. Non mancano resti di cinghiali, cervi e orsi. Ben attestata anche la pesca. A Riva del Garda sono stati rinvenuti ami e pesi per le reti.

La carne veniva consumata per lo più bollita, in stufati o sulla brace; spesso però risultava molto dura e si doveva cuocere a lungo. Si faceva bollire nel latte, poi nell’acqua e si procedeva quindi ad arrostirla o utilizzarla per altre preparazioni.

Per la conservazione erano impiegate varie tecniche tra cui la salatura e l’affumicatura. È probabile che per questa finalità venisse adibita una stanza con impianto ad hypocaustum, cioè con pilastrini in mattoni per sorreggere il pavimento sotto cui passava l’aria calda. In via Prepositura a Trento è stato rinvenuto un impianto di questo tipo disposto ad U. Questo sistema di riscaldamento poteva essere utilizzato anche per l’essiccatura delle granaglie.

In una fognatura di Tridentum è stato trovato anche lo scheletro intero di un maialino: in questo caso non ci troviamo davanti ai resti di un pasto. Probabilmente, scappando per le vie della città, il piccolo animale è caduto accidentalmente in un tombino trovando la morte.


14/04/2020