Un elegante salotto stile Impero

Divano, poltroncine e sedie in legno di noce

Manifattura trentina, Salotto stile impero: divano, legno di noce impiallicciato, intagliato, parzialmente ebanizzato e dorato, secondo-terzo decennio del XIX secolo [ @Soprintendenza per i beni culturali, Provincia autonoma di Trento]

Il ricco salotto ottocentesco, composto da undici pezzi – un divano, due poltroncine e otto sedie - proviene da Palazzo Crivelli a Pergine Valsugana.

Il divano presenta montanti a plinto sormontati da colonnine ebanizzate a capitello composito, sulle quali si impostano i braccioli. Questi seguono un profilo ondulato saliente, a dorso piatto, evidenziato su entrambi i fianchi da una lunga serpe che si morde la coda. Con netto risalto architettonico si eleva la traversa, prima concava, poi rigorosamente rettilinea; in corrispondenza delle estremità, morbidamente arrotondate, svettano due raffinate pigne dorate.

Le sedie e la coppia di poltroncine mostrano elementi strutturali differenti. Le snelle gambe rastremate sostengono la seduta imbottita, a scudo, mentre lo schienale, che si articola in modo diverso nelle sedie e nelle poltroncine, è definito da elementi a voluta che lontanamente evocano la forma della lira. Al centro, la cartella cuoriforme, ingentilita da un breve racemo di quercia, è serrata da sinuosi serpentelli specularmente disposti e desinenti in teste dorate.

Se il divano è improntato al gusto decorativo neoclassico imperiale, per le sedute le soluzioni stilistiche sono meno rigorose, se non addirittura spurie, e in qualche modo paiono già familiarizzare con il gusto Biedermeier. Ma senza spingerci troppo in avanti, sarà piuttosto da considerare una declinazione domestica e al contempo irregolare del gusto francesizzante, improntata alla notevole morbidezza e affabilità dello stile Impero a Vienna, la cui eco non dovette faticare a raggiungere il Tirolo meridionale. Sono del resto tipici del periodo napoleonico il fogliame di quercia e il ricorso insistito al serpente che si morde la coda (ouroboros), simbolo di eternità diffuso già allo scadere del Settecento, in particolare sull’onda delle suggestioni neo-egizie.

Nell’ambito dell’accurato restauro effettuato in occasione della mostra, la tappezzeria preesistente ma non originale (un logoro rivestimento sintetico verde del XX secolo) è stata rimossa e sostituita da un elegante tessuto in seta rigata giallo camoscio.

Il testo è tratto da:

G. Sava, Scheda 126, Salotto Impero composto da divano, due poltroncine e otto sedie, in Tesori dal Passato. Arte e storia in dieci anni di acquisizioni, a cura di L. Dal Prà, L. Giacomelli, Trento 2014

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I beni sono stati acquisiti al patrimonio provinciale con determinazione n. 231 del 12 ottobre 2004 e sono attualmente conservati presso le collezioni del Museo del Castello del Buonconsiglio, inv. nn. 458684, 458686-458695.

L'intervento di manutenzione è stato curato nel 2014 dal Laboratorio di restauro della Soprintendenza per i culturali, con la direzione lavori di Laura Dal Prà, l’intervento di Antonello Pandolfo e Maria Luisa Tomasi, la collaborazione di Paolo Poier e Nicola Macconi.

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Per approfondire:

C. Santini, Mille mobili veneti: l’arredo domestico in Veneto dal sec. XV al sec. XIX, II. Verona, Padova e Rovigo, Modena, 2000.


07/05/2020