La cultura delle riviste e degli annuari

05.09.2014 Administrator User
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La cultura delle riviste e degli annuari
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Accanto ai "Programmi" della scuola, gli studiosi utilizzarono per la loro produzione culturale le numerose riviste che fiorirono talvolta con notevoli differenziazioni ideologiche. Accanto alla vecchia e gloriosa istituzione roveretana,'Accademia degli Agiati', che dal 1750 ai giorni nostri ha operato ed opera con continuità esprimendo annualmente gli Atti delle due classi umanistiche e scientifico-naturali, sorse ed operò nel 1881 a Roma "l'Archivio storico per Trieste, l'Istria e il Trentino" e a Trento dal 1882 l' "Archivio Trentino", periodico della biblioteca comunale di Trento. Attiva dal 1898 fu "Tridentum", la rivista diretta da Cesare Battisti e da Giambattista Trener, mentre si andava diffondendo la rivista, espressione dell'omonima società, "Pro Cultura", di matrice liberale. Di indirizzo cattolico era " Rivista Trentina", fondata nel 1901, mentre nel 1906 Ettore Tolomei fondò l' "Archivio per l'Alto-Adige" con l'intento palese di dimostrare con i documenti l'italianità dell'Alto-Adige. Ad imitazione della rivista "La voce," diretta da Giuseppe Prezzolini, uscì, ad opera di Alfredo Degasperi, il periodico roveretano "La voce trentina", che in un primo momento trovò importanti collaboratori. Gli studenti universitari avevano dato vita dal 1894 ad un loro "Annuario", con il sottotitolo ‘Libertà va cercando ch'è sì cara', inizialmente di linea socialista, guidata da Battisti, successivamente prevalse la linea nazional-liberale. A Rovereto un gruppo di studiosi fondò, nel 1909, la rivista "San Marco". Attorno al 1912 prese avvio un mensile dal titolo"Noi giovani", una rassegna giovanile di idee, voluta da un gruppo di universitari cattolici. Dopo tre numeri sospese le pubblicazioni. Esse vennero riprese al termine del primo conflitto mondiale, dal 1922 al 1927.
Di recente sono state riproposte alla considerazione anche alcune donne intellettuali trentine, vissute tra Otto e Novecento, che hanno operato nell'ambito culturale e sociale in tempi sicuramente ancora difficili per l'affermazione della donna. Esse hanno un filo comune che le congiunge, per aver appartenuto alla stessa corrente di pensiero o frequentato gli stessi salotti letterari o, come risulta dagli epistolari, perché di loro hanno parlato gli stessi scrittori, critici, intellettuali: Giulia Turco Turcati Lazzari, scrittrice, artista e naturalista, collaboratrice del micologo trentino Giacomo Bresadola; Francesca Alberti Lutti, anima di un salotto letterario a Vigo Lomaso che imitò quello della contessa Maffei a Milano; Luisa Anzoletti, autrice di trattati filosofici-sociologici e religiosi; Antonietta Giacomelli, giornalista e scrittrice; Ernesta Bittanti Battisti, letterata e giornalista, tenace nel tener viva la memoria dell'eroico marito; Nedda Falzolgher, la più vicina nel tempo, raccolse intellettuali trentini tra le due guerre in un salotto letterario dove si componevano poesie.
Se ci fermiamo a considerare la caratteristica più evidente di quanti contribuirono allo sviluppo culturale del Trentino in questo periodo, si può affermare che alla base c'era pur sempre quella salda matrice del Gymnasium che imponeva la metriótes, la misura, l'autodisciplina, la serietà e la discrezione secondo moduli nordici che evitavano la pubblicistica d'assalto ed erano poco avvezzi alla pur geniale amplificazione oratoria dei moduli latini ed alle pieghe ‘imaginifiche' della poesia e della letteratura. Di fatto il mondo culturale trentino non è ravvivato altrettanto da letterati e poeti quanto lo è da storici, filologi, archeologi, linguisti, scienziati. Se si prescinde da Giovanni Prati e dal meno fortunato, degno di rivalutazione, Antonio Gazzoletti, ben pochi altri numi tutelari può opporre il Trentino a quei letterati che si espressero in regioni italiane soggette nello stesso periodo al dominio austriaco. Se si pensa al binomio Trento-Trieste, non si trovano poi in Trento personalità letterarie che corrispondano a Slataper, a Stuparic,a Svevo, a Saba, solo per citare i maggiori. L'apertura all'influsso culturale italiano, al decadentismo, ad esempio, ma anche a quello tedesco e slavo con l'adesione ai grandi temi del problematismo esistenziale mittel-europeo, non sfiora la cultura trentina. Il cosmopolitismo delle città marinare di cui Trieste fu esempio come luogo di incontro di culture e di popoli diversi, non è di casa in Trento, che pure è città di incrocio e confluenza di culture, città di frontiera, sì, ma di frontiera arroccata tra le montagne, a difesa della sua identità trentina, prima e più di tutto. Il culto della storia patria, delle sacre memorie avite è, così, consequenziale ed il metodo severo e puntuale è desunto dallo storicismo e dal positivismo dell' ‘800 europeo, perseguito con chiarezza e fermezza, senza pericolose commistioni, con gelosa adesione, ma anche con una certa, percettibile rivalità tra studiosi e con durezza di reciproche valutazioni.

Da
1801
A
1927
Personaggi
Canestrini Giovanni , Degasperi Alfredo , Gazzoletti Antonio , Prati Giovanni , Tolomei Ettore , Ossana Giovanni , Bresadola Giacomo , Battisti Cesare , Turco Turcato Lazzari Giulia , Alberti Lutti Francesca , Anzoletti Luisa , Giacomelli Antonietta , Bittanti Battisti Ernesta , Falzolgher Nedda , Giovanni Battista Trener
Codice
48829
codici_personaggi_as_text
50404-50414-50433-50472-50497-50533-50669-50754-50766-50767-50768-50769-50770-50771-1608237
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