Educazione siberiana
Siamo spiacenti di comunicarvi che l'incontro con Nicolai Lilin, previsto per questo pomeriggio alle 17.30, è annullato per motivi riguardanti la sicurezza personale dell'autore.
Le recenti minacce ricevute da Lilin sono state infatti ritenute attendibili dalle forze dell'ordine: per questo motivo l'autore ha annullato i prossimi incontri pubblici.
Lilin si scusa con i suoi lettori e in particolare con il pubblico di Trento che lo aspettava.
Lo staff della Biblioteca comunale di Trento
Nicolai Lilin presenta il suo libro Educazione siberiana (Einaudi, 2009).
Introduce l'Assessore all'Archivio storico e biblioteche, dott. Alberto Pattini
Presenta l'incontro Ferdinando Orlandi
con la partecipazione del Gruppo di Lettura della Biblioteca comunale di Trento
Una terra di nessuno, un posto che pare fuori dal mondo, la Transnistria, nel cuore dellEuropa e in mano alla criminalità organizzata. Attraverso lo sguardo di un giovane, entriamo in contatto con un mondo parallelo e sconosciuto, basato su regole e gerarchie nuove e sovversive rispetto a quelle tipiche della società civile. Una controcultura separata dalla società che la accoglie e che, come la mafia italiana, segue delle regole proprie tramandate attraverso le generazioni. Educazione siberiana, lo sfolgorante esordio di NICOLAI LILIN.
Nicolai Lilin
Educazione siberiana
Einaudi, 2009
Cosa significa nascere, crescere, diventare adulti in una terra di nessuno, in un posto che pare fuori dal mondo? Pochi forse hanno sentito nominare la Transnistria, regione dell'ex Urss autoproclamatasi indipendente nel 1990 ma non riconosciuta da nessuno Stato. In Transnistria, ai tempi di questa storia, la criminalità era talmente diffusa che un anno di servizio in polizia ne valeva cinque, proprio come in guerra. Nel quartiere Fiume Basso si viveva seguendo la tradizione siberiana e i ragazzi si facevano le ossa scontrandosi con gli "sbirri" o i minorenni delle altre bande. Lanciando molotov contro il distretto di polizia, magari: "Quando le vedevo attraversare il muro e sentivo le piccole esplosioni seguite dalle grida degli sbirri e dai primi segni di fumo nero che come fantastici draghi si alzavano in aria, mi veniva da piangere tanto ero felice". La scuola della strada voleva che presto dal coltello si passasse alla pistola. "Eravamo abituati a parlare di galera come altri ragazzini parlano del servizio militare o di cosa faranno da grandi". Ma l'apprendistato del male e del bene, per la comunità siberiana, è complesso, perché si tratta d'imparare a essere un ossimoro, cioè un "criminale onesto". Con uno stile intenso ed espressivo, anche in virtù di una buona ma non perfetta padronanza dell'italiano, a tratti spiazzante, con una sua dimensione etica, oppure decisamente comico, Nicolai Lilin racconta un mondo incredibile, tragico, dove la ferocia e l'altruismo convivono con naturalezza.