FilmFestival: Faszination Bergfilm Himmelhoch und Abgrundtief | Karl

Kino

57° TrentoFilmFestival
Proiezioni

Faszination Bergfilm Himmelhoch und Abgrundtief
Regia : Hans Jürgen Panitz, Matthias Fanck
59', GERMANIA, 2008
Pareti verticali, altezze da brividi, neve e ghiaccio ed il costante desiderio di conquistare la cima. Scalatori dell'estremo e climber cercano di superare se stessi superando la natura. Spesso l''avventura finisce in tragedia. Così anche sul monte Bianco muoiono in molti. Già durante la prima ascensione del Cervino nel 1865 caddero quattro partecipanti della cordata svizzero-inglese lungo gli oltre 2000 metri della parete Nord. Da più di cent'anni scalatori ed alpinisti portano con sé macchine da ripresa nello zaino e cercano di fissare sulla celluloide salite e cordate, oltre alla bellezza ed al fascino della montagna. Per il pubblico tedesco i film di montagna sono un genere conosciuto già dagli anni 20 e 30. Luis Trenker e Leni Riefenstahl sono rimasti fino ai nostri tempi nomi inscindibili tra loro e film come Berge in Flammen, Das blaue Licht e Der Berg ruft sono classici del cinema. La cinematografia di montagna continua anche nel nuovo millennio e attraverso un'eccellente ricostruzione i due autori tracciano ed evidenziano in questo film tutte le prerogative e le regole dettate da Arnold Fank e Luis Trenker per il documentario alpinistico classico.

Karl
Regia : Valeria Allievi
56', Italia, 2009
“Karl era un’alpinista che aveva qualcosa da dire. E lo stava dicendo”. La tragica scomparsa di Karl Unterkircher, nel luglio del 2008, durante la spedizione all’inviolata parete Rakhiot del Nanga Parbat, sembra un copione già scritto: l’alpinismo estremo, il rischio, la tragedia. Una sequenza di eventi ben nota, dietro la quale c’è però una personalità unica del mondo dell’alpinismo: semplice, sicura, ammirata dai più grandi personaggi dei nostri tempi per essere riuscita, in pochi anni di attività, a scriverne la storia. Questo film vuol essere un ritratto di Karl come alpinista, ma anche come uomo. Ripercorre la sua vita, partendo dalla grande spedizione del 2004 all’Everest e K2, durante la quale riuscì a salire entrambe le montagne, senza ossigeno, nell’arco di soli 63 giorni. Quel momento, rappresentò per lui una svolta e un’occasione unica per emergere ed avere così la possibilità di realizzare le sue idee di un alpinismo nuovo, esplorativo, ma dallo stile impeccabile, non solo sulle pareti di casa ma anche in altissima quota.

Concorso