Godzilla
Uomo/animale: incontri tra generi
Cinema
Venerdì 8 aprile 2005, alle ore 21.00, nella sala conferenze del Mart, il Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, sarà proiettato il film di Ishiro Honda "Godzilla".
Si tratta dell'ultimo appuntamento del ciclo di proiezioni che accompagnano la mostra "Il Bello e le bestie", aperta fino all'8 maggio. L'ingresso è libero.
Il ciclo di eventi correlati alla mostra, invece, proseguirà fino a maggio con spettacoli teatrali e di videoarte e convegni scientifici.
Giappone, 1956
Titolo originale: Goijra
Genere: Fantascienza
Durata: 81'
Regia: Ishirô Honda
Cast: Raymond Burr, Takashi Shimura, Mamoko Kochi, Akira Takarada, Akihiki Hirata
Nella piccola isola di Odo, sperduta nel Pacifico all'estremità del territorio nazionale giapponese, una leggenda racconta di una creatura mostruosa, che quando avrà mangiato tutti i pesci del male salirà sulla terra ferma per divorare anche gli uomini. E laggiù nella vastità dell'oceano, dove gli Stati Uniti polverizzano gli atolli con i loro esperimenti nucleari, le navi continuano a sparire. Poi, come una punizione che continua ad interferire su un Giappone già bruciato dal fuoco radioattivo, una ciclopica mostruosità che da quello stesso fuoco è nata, risale dal profondo per scagliarsi su Tokyo, rievocando gli incubi dei bombardamenti americani e sbriciolando il palazzo della Dieta, simbolo di un governo ormai compromesso
Il mitico distruttore di Tokio, l'incarnazione giapponese dell'incubo atomico, il progenitore di una lunga serie di film di genere orientali capaci di terrorizzare anche l'Occidente.
ISHIRO HONDA
(Yamagata, 1911 - Tokyo 1993) Diplomato in belle arti, inizia presto a lavorare nel cinema come aiuto regista. Verso la fine della Seconda Guerra mondiale è inviato in Cina, dove viene fatto prigioniero. Dopo la guerra si reca a Hiroshima e inizia a maturare l'idea di un film sulla capacità degli uomini di distruggere e auto-distruggersi. Gira Godzilla (1954), Rodan il mostro alato (1956) e Matango il mostro (1963), tra i più famosi esempi di kaiju eiga, film di mostri giapponesi di cui è il riconosciuto maestro. All'interno del genere fantastico si collocano anche I misteriani (1957) e Uomini H (1958). Dal 1975 smette di girare film per fare l'aiuto regista, lo sceneggiatore e il consulente artistico per Akira Kurosawa
CIÒ CHE RITORNA DALL'OCEANO
di Francesco Prandoni
L'impatto del primo Godzilla sul pubblico giapponese è enorme: quando brilla sinistramente nella notte mentre vomita fuoco radioattivo sulla capitale la guerra è finita da soli nove anni, e in quasi tutti i giapponesi è ancora viva la terrificante memoria dei bombardamenti americani: 102 solo su Tokyo, il più apocalittico dei quali, nella notte tra il 9 e il 10 marzo 1945, provocò oltre 100.000 vittime, quasi tutte arse vive dalle bombe incendiarie. Sono anche gli anni in cui il governo degli Stati Uniti polverizza le isole del Pacifico con i suoi esperimenti nucleari, e la stretta relazione tra Godzilla e la radioattività non è certamente casuale. Quando, del resto, nel film si parla di tonno all'idrogeno, si fa un diretto riferimento a un incidente verificatosi poco prima dell'uscita del film: un peschereccio si ritrovò infatti investito dalle radiazioni, ma i tonni contaminati che riportò a riva furono ugualmente venduti, causando un comprensibile panico quando la cosa diventò di dominio pubblico.
La memoria della guerra e le conseguenze della pace dominano comunque i contenuti del film. Non dovrebbe ad esempio sfuggire la battuta "tra poco raggiungeremo papà" pronunciata dalla madre alla figlia pochi istanti prima di essere travolte da Godzilla.
Godzilla è una catastrofe risvegliata da un esperimento nucleare, ma è anche un coacervo scaturito dalle anime dei soldati dell'esercito imperiale finiti sul fondo del Pacifico nel nome dell'imperatore, e che ora tornano a casa per tormentare un Paese che sembra averli dimenticati. Come rimprovera infatti il vecchio nell'isola di Odo, "porta rispetto per le tradizioni, o i nostri soldati in fondo al mare diventeranno il suo pasto". E infatti Godzilla si accanisce sui simboli del benessere (i grandi magazzini della Ginza, l'antenna della TV di stato), per poi dirigersi verso la Dieta, sede del governo. Eppure, sebbene a pochi passi (passi di Godzilla) si trovi il palazzo imperiale, il colosso radioattivo si ferma, e inspiegabilmente torna verso il mare, come se il suo monito terminasse di fronte a quel luogo ormai sconsacrato per imposizione degli stranieri, eppure ancora circondato da un alone mistico che lo rende intoccabile.
Godzilla continuerà a essere caricato di allegorie sociali e politiche, scontrandosi con mostri provenienti dalla Siberia (Il ritorno di Godzilla 1955), o con King Kong, colosso americano per antonomasia (King Kong contro Godzilla, 1962). Forza della natura e quindi incontrollabile, al di sopra del bene e del male e quindi divino, sorto dal mare e quindi da una memoria collettiva, Godzilla occupa ormai un posto stabile nell'immaginario giapponese. La sua fortuna ha però superato gli oceani: negli Stati Uniti il primo film fu immediatamente acquistato e rimontato con sequenze reinterpretate da Raymond Burr, risultando però più breve di circa dieci minuti rispetto all'originale. Questa versione, intitolata Godzilla, King of Monsters, tradiva i contenuti dell'opera originale, ma fu esportata in tutto il mondo, inclusa l'Italia, e spianò la strada alle numerose altre pellicole che avranno come protagonista il rettilone anfibio.