Il resto di niente
Giovedì al Supercinema
Italia, 2004
Titolo originale: Il resto di niente
Genere: Drammatico
Durata: 103'
Regia: Antonietta De Lillo
Cast: Maria de Medeiros, Rosario Sparno, Imma Villa, Raffaele Di Florio, Lucia Ragni, Maria Grazia Grassini
Il resto di niente è tratto dal romanzo di Enzo Striano. Al centro la figura di Eleonora Pimentel Fonseca. Intorno a lei si snodano le vicende della Rivoluzione Napoletana del 1799, viste attraverso lo sguardo di Eleonora, una donna apparentemente fragile, ma che ha dentro una grande forza...
Il sogno rivoluzionario di una società nuova, di un mondo in grado di autoregolarsi utilizzando le forze fresche e libere del popolo. Via la monarchia! Via lo strapotere dellaristocrazia! Un governo fatto di uomini e donne che si misurano con la modernità, lapertura sociale, la spinta ideologica verso un futuro migliore.
Lesperimento della Repubblica Napoletana del 1799, naufragato nel sangue e nella repressione (e conclusosi con numerose condanne a morte), fu di fatto il nucleo del cambiamento che poche decine di anni dopo trasformò il volto dellItalia. Fu un tentativo portato avanti da cittadini coraggiosi, fiduciosi nei confronti delle spinte propulsive degli intellettuali che intendevano modificare limmobilità politica italiana.
In questo contesto la figura di Eleonora Pimentel De Fonseca fu decisamente emblematica. Di origine portoghese e di estrazione nobile, fu una delle menti più acute della rivoluzione antiborbonica. La sua era unimmagine allo stesso tempo fragile e forte, delicata e determinata. Partecipò alla ventata di cambiamento che alla fine del 700 fece respirare un po di libertà a Napoli. Fece parte dellintellighenzia che gestì momentaneamente il potere, stampando oltretutto un giornale di estrema importanza.
Ebbene, la modernità di questa figura è molto ben delineata nel film di Antonietta De Lillo: Il resto di niente.
Lopera, tratta dallomonimo romanzo di culto di Enzo Striano, ripercorre le vicende di Eleonora Pimentel De Fonseca con grande partecipazione ma anche grazie ad un approccio estetico/linguistico non usuale.
La regista non ci presenta un personaggio aggressivo o prevedibilmente femminista. Punta invece sulla dimensione psicologica e sulle qualità intellettuali e culturali di una donna che faceva affidamento solo sulla forza della sua mente e sulla complessità anticonvenzionale del suo pensiero. Si impose in una società profondamente maschilista con la schietta potenza della sua creatività e con la dolcezza di una persona che portava avanti le sue idee senza la retorica narcisistica delleroismo rivoluzionario fine a se stesso. La sua voglia di modificare la società era rivolta al bene del popolo e non a soddisfare forme di egocentrismo che non conosceva.
Antonietta De Lillo, cineasta dalle solidissime qualità, colloca dunque questo personaggio allinterno di una griglia espressiva che non vuole essere una banale e ovvia ricostruzione storica. Lo sguardo della regista aderisce sostanzialmente al percorso più interiore della protagonista illuminando la sua sfera psicologica e affettiva ed amplificando una carica di femminilità non determinata tanto dalla delicatezza dei tratti somatici della protagonista quanto piuttosto dalla sconvolgente acutezza dei suoi ragionamenti.
In tal senso, notevole è linterpretazione dellattrice portoghese Maria de Medeiros. Grandi occhi, soavità innata, immagine dalle connotazioni quasi arcaiche, linterprete, già presente in opere di
Manoel de Oliveira, Quentin Tarantino, Philip Kaufman e Teresa Villaverde, è riuscita a trasportare il suo personaggio in unatmosfera lirica e mentale che contribuisce a far divenire Eleonora Pimentel De Fonseca una vera e propria icona non solo della libertà di pensiero ma anche del concetto stesso di carattere femminile.
m.g.d.b. da www.cultframe.com