L'estate infinita
Siamo lieti di poter ospitare il nuovo spettacolo di Paolo Fusi L'ESTATE INFINITA, in cui il cantautore romano Paolo Fusi porta in scena il suo nuovo testo di teatro canzone: un'analisi allegra e spietata degli anni tra il 1966 e il 1973 in cui la gioventù mondiale scese in piazza per cambiare il mondo, ma dal mondo venne in gran parte travolta. Innanzi tutto la musica: le stupende canzoni di allora, da Neil Young ai Led Zeppelin, da Jimi Hendrix a Joni Mitchell, e mille altri ancora, impreziosite dalla regia di Carlotta Piraino, che si sta sempre più affermando come un punto di riferimento imprescindibile della scena autoriale romana.
L'ESTATE INFINITA
La grande stagione della musica e della politica 1966 - 1973
Di Paolo Fusi Con Michelangelo Biagiotti, Emanuele Cannatella, Paolo Fusi, Desirée Infascelli, Matteo Marchi, Leonardo Marcucci. Regia di Carlotta Piraino. Musiche originali di Paolo Fusi. Immagini di Alessandro Galluzzi, Vera Suprani e Claudio Oliva. Costumi de Le Costumistiche.
Mi ricordo bene. Era unestate, una lunga, lunghissima estate, unestate infinita. Anche sotto la pioggia splendeva un sole allegro, morbido, un vento frizzante portava profumi di patchouli e marijuana, di pino silvestre e salsedine, di libertà e speranza. Era iniziata con labolizione della censura, nel gennaio del 1966, e con lelezione del primo nero a ministro degli Stati Uniti. Unestate turbinosa, di grandi amori ed odi inestinguibili, di marce e sassaiole, di fiori nei cannoni, di vestiti sgargianti, coloratissimi, folli. In quellestate, che durò sette anni, credemmo di avere non solo la gioventù, ma anche la verità in tasca. Tutto sembrava semplice, possibile, meraviglioso, la felicità a portata di mano. Avevamo canzoni stupende, come non ce ne sono più state, e nel nostro gioioso danzare ignorammo tutti i segnali che invece dicevano: guerra, inquinamento, sangue, fatica, repressione, umiliazione, fascismo, miseria. Non siamo qui a piangere la nostra nostalgia o a pentirci per il nostro stolto bisogno di semplificazione. Questi sono errori che fanno tutti i giovani, sempre, da sempre, per sempre. Siamo qui a cantare quella indimenticabile estate, perché non bisogna solo ricordare le cose brutte, si deve ricordare anche il bello. Raccontando, suonando, contestualizzando. Senza sguainare i nostri indici da saccenti, ma rispolverando quei nostri vestiti sgargianti, il nostro sorriso, la nostra timida spavalderia. Sarebbe bello se capissero tutti: in fondo era un'estate da cicale, era semplicemente unestate infinita. Dopo siamo stati scacciati dallEden e precipitati nellincubo che stiamo vivendo ora. Fummo figli dei fiori, ora ne siamo nonni. Evviva.