Le donne vere hanno le curve

Kino

USA, 2002
Titolo originale: Real women have curves
Genere: Commedia/Drammatico
Durata: 90'
Regia: Patricia Cardoso
Cast: America Ferrera, Lupe Ontiveros, Ingrid Oliu, George Lopez, Brian Sites

La diciottenne Ana sogna un grande futuro per sé: sta per diplomarsi al liceo, ha incontrato un ragazzo a cui piace così com’è e ha appena lasciato il lavoro in un fast food. Ana è la prima in famiglia a sognare l’università, ma è comunque ostacolata dal modesto ambiente in cui vive, nei sobborghi di Los Angeles, e dall’attaccamento nei confronti della sua famiglia. Quando nella fabbrica tessile di Estela aumenta improvvisamente il lavoro, Ana viene, suo malgrado, coinvolta per dare una mano a ultimare alcuni abiti eleganti.

di Annamaria Sigalotti
Può un lavoro teatrale diventare un film di successo? La risposta è senz’altro affermativa, se si pensa a Le donne vere hanno le curve, la pellicola vincitrice all’ultima edizione del Sundance Film Festival di Robert Redford del Dramatic Audience Award e di uno Premio speciale della giuria per la recitazione.
Il film, diretto dalla colombiana Patricia Cardoso e prodotto da George LaVoo, prende, infatti, spunto da una commedia della scrittrice messicana Josephine Lopez, presentata per la prima volta nel 1990 al Teatro de la Esperanza di San Francisco. Protagonista della vicenda è Ana (America Ferrera), una giovane americana di origini messicane, dalla mente brillante e dal fisico non proprio snello.
La sua vita è come quella di tanti diciottenni: ha finito il liceo e deve decidere che cosa fare del suo futuro. In realtà la scelta sembra essere già stata fatta. La ragazza vorrebbe, infatti, andare a studiare a New York, dove ha vinto una borsa di studio alla Columbia University. Ma i genitori e soprattutto la madre Carmen (Lupe Ontiveros) non sono d’accordo. La donna, autoritaria e un po’ troppo possessiva, desidererebbe infatti che la figlia si mettesse a lavorare nella sartoria di famiglia come la sorella maggiore Estela (Ingrid Oliu), che si sposasse velocemente e che le regalasse dei nipotini. Ana tenta di accontentarla, pur controvoglia, ma si accorge che quel modo di vivere le va stretto. Decide così di abbandonare Los Angeles, dove vive con la famiglia, per andare ad abitare nella Grande Mela, pronta a crearsi un futuro tutto suo.
La regista Patricia Cordoso mette, dunque, in scena con questo suo primo film a soggetto i tanti problemi degli adolescenti, compreso quello non secondario della linea. La protagonista di Le donne vere hanno le curve è, infatti, una ragazza un po’ in carne, che deve misurarsi con gli stereotipi della società moderna che vuole tutti magri. Il suo insegnamento è chiarissimo: bisogna accettarsi così come si è e puntare sulle proprie doti naturali. Per Ana si tratta dell’intelligenza e di un garbato sense of humor che le fa ridicolizzare tutte le preoccupazioni e le fissazioni della madre che, da buona donna latino-americana, non esita ad appendere zampe di coniglio e a venerare statuette di Sant’Antonio affinché la figlia impari a cucinare, far da mangiare, cucire. Diventi, insomma, una moglie perfetta.
Battute e ritmi sudamericani non sono, però, gli unici ingredienti di Le donne vere hanno le curve. La Cardoso intende, infatti, mettere in scena una commedia “leggera” che oltre a far divertire, racconti le lotte che si combattono nelle famiglie immigrate dove i genitori si scontrano con i propri figli, americani di prima generazione. Un tema non nuovo nella cinematografia degli ultimi mesi. Basti pensare a Sognando Beckman e a Il mio grasso grosso matrimonio greco, film che, come quello della Cardoso, e ci fanno riflettere su che cosa significhi vivere in un’altra cultura e ci trasmettono un umorismo davvero contagioso.
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