Omofobia: cosa ne pensano gli studenti trentini?

Seconda puntata della ricerca Diritti alla pace con i dati presentati a Liberi e libere di essere

Konferenz

Lunedì 11 maggio ore 20.30 presso il Centro per la Formazione alla Solidarietà Internazionale, Massimiliano Pilati, Presidente del Forum trentino per la pace e i diritti umani, introdurrà l’incontro Diritti alla meta. Omofobia, unioni civili, matrimonio egualitario e autodeterminazione delle persone trans con Sergio Lo Giudice, Sara Ferrari, Paolo Zanella e presenterà i dati della ricerca Diritti alla pace relativi all’omofobia.

Ancora oggi ci sono milioni di esseri umani che in virtù di un’appartenenza subiscono forme di discriminazione, violenza, negazione di diritti. A partire da questo, il Forum ha deciso di concentrare le azioni dei prossimi anni attorno al tema Diritti negati: l’idea è che non si può costruire la pace e poi affermare i diritti, ma è affermando i diritti che si può arrivare a una società di pace.
Da qui nasce Diritti alla pace una ricerca - realizzata con il Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale dell’Università di Trento - che ha esplorato opinioni e atteggiamenti di un campione di 1.026 studenti trentini del quarto anno di scuola secondaria di secondo grado e formazione professionale attorno al tema del rapporto con l’altro.
Dopo l’anteprima a Educa, il festival dell’educazione, con la presentazione dei dati su pace e guerra, ecco i risultati relativi a omosessualità e omofobia.

Omofobia: esiste? – Per l’85% degli studenti intervistati gli omosessuali nella nostra società sono discriminati. E – coerentemente - l’avversione verso le persone omosessuali è ritenuta abbastanza o molto diffusa da oltre quattro intervistati su cinque (l’83%). Quindi: l’omofobia è un fatto percepito come reale e di ampia portata.

Che fare allora? – Anche se la vita affettiva delle coppie omosessuali rimane un fatto privato (per l’84%), la politica non può ignorare discriminazioni e diritti negati: ampie maggioranze di intervistati ritengono giusto fare una legge che tuteli gli omosessuali da violenze verbali e fisiche (80%) e riconoscerne il matrimonio civile (68%), anche se questo non deve tradursi automaticamente nella possibilità di adottare figli. Su questo tema il campione si spacca: è il 42% dei ragazzi, infatti, a condividere che “È giusto riconoscere l’adozione di bambini per le coppie omosessuali”.

E se si scoprisse di conoscere una persona omosessuale? – Per la maggior parte dei ragazzi non cambierebbe nulla (75%); per alcuni sarebbe fonte di disagio (19%); per una minoranza sarebbe causa di allontanamento e valutazione negativa (6%). Le femmine si confermano molto più aperte dei coetanei: per le prime, infatti, non cambierebbe nulla nell’89% dei casi, per i secondi nel 64%.