Reinhold Messner in L'Everest era una volta in America

Veranstaltungen und Ereignisse

TrentoFilmFestival
Serata Alpinistica

18.00 Concorso
Messner - Der Film
Andreas Nickel / 104' / Germania / 2012

1953, 1963, 1973, 1988: quattro date con un comune denominatore, l'Everest, il terzo polo del pianeta, l'ultimo in ordine di tempo ad essere raggiunto dall'uomo.
Una citazione “quasi cinematografica” per rendere omaggio per la prima volta al Trento Film Festival all'alpinismo americano che, proprio cinquant'anni fa, stupiva il mondo con una impresa senza precedenti, la prima attraversata del tetto del mondo da parte di un agguerrito team di alpinisti saliti dalla inviolata cresta ovest e successivamente scesi dalla via del Colle Sud, percorsa dieci anni prima da Hillary e Tenzing.
Preceduta nei primi anni '50 dai tentativi di Charles Houston al K2, fu questa la prima importante affermazione dell'alpinismo a stelle e strisce sugli ottomila, dopo i successi di francesi, britannici, italiani, tedeschi, svizzeri, austriaci e giapponesi.
In questa serata, partendo da questa impresa che fece sensazione e che rivivrà nei ricordi dello stesso capo spedizione, l'alpinista e cineasta Norman G. Dyhrenfurth,Reinhold Messner ripercorrerà alcune delle più importanti tappe dell'alpinismo americano, da allora più che mai legato alle imprese sull'Everest.
Tra i protagonisti della serata l'alpinista Ed Webster, autore nel 1988 insieme a Robert Anderson anche lui americano, all'inglese Stephen Venables e al canadese Paul Teare della prima salita in puro stile alpino della Parete Kangshung dell'Everest incombente sul versante tibetano, all'epoca l'ultimo grande problema alpinistico rimasto insoluto sul tetto del mondo.
E ancora Conrad Anker l'uomo che ha legato il suo nome all'eccezionale ritrovamento nel 1999 del corpo dell'alpinista George Mallory sulla parete nord dell'Everest a 8200 metri di quota.
Ma anche l'alpinismo italiano si ritaglierà una presenza nella serata dell'Everest per ricordare quarant'anni dopo la prima salita italiana al Tetto del Mondo, con la spedizione capeggiata dall'esploratore Guido Monzino, alla quale prese parte l'alpinista Mario Curnis con il quale Messner ripercorrerà la, per alcuni aspetti, controversa spedizione italiana del 1973.

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Reinhold Messner. Avviato all’alpinismo molto precocemente dal padre si dedica a scalare le vette alpine fin dall’età di tredici anni. La sua filosofia alpinistica matura secondo un preciso stile che punta a non “invadere” le montagne, solo ad arrampicarle, usando la minore attrezzatura possibile, il cosiddetto “stile alpino”. La prima scalata oltre gli ottomila Messner la mette a segno nel 1970, quando raggiunge la vetta del Nanga Parbat. Impresa segnata dalla perdita del fratello Günther nella discesa, due giorni dopo aver raggiunto la cima. La sua fama raggiunge il mondo intero nel 1978, quando sale “il tetto del mondo”, l’Everest con Peter Habeler senza l’ausilio di ossigeno. Nel 1980, Messner raggiungerà nuovamente la vetta senza ossigeno e in solitaria. Il traguardo è il più ambito, scalare per primo tutte e quattordici gli “ottomila”, Messner lo raggiunge nel 1986. Una carriera inimitabile la sua, che conta oltre cento spedizioni e 3500 scalate. Messner è autore di molti libri e dal 1999 al 2004 è stato Membro del Parlamento Europeo eletto come indipendente nella lista dei Verdi italiani. Oggi si dedica alla gestione dei Messner Mountain Museum, un complesso museale dedicato a tutti gli aspetti della montagna con sedi a Bolzano, Solda, Castel Juval, Monte Rite e dal 2011 Brunico.

Norman G. Dyhrenfurth è nato a Breslau (Germania) 95 anni fa. Figlio di Günter Oskar Dyhrenfurth, geologo, alpinista, scrittore e della alpinista Harriet Pauline ("Hettie") Dyhrenfurth. Nel 1932 la Famiglia Dyhrenfurth ottenne la cittadinanza svizzera e nel 1938 Norman si trasferì negli Stati Uniti. Negli anni ’50 promosse la scuola di cinema dell’Ucla a Hollywood e in questo ruolo conobbe i più importanti registi dell’epoca. Nel 1952 partecipò come operatore alla spedizione svizzera all’Everest. Nel 1955 guidò una spedizione internazionale al Lhotse e successivamente partecipò come operatore alla spedizione svizzera che nel 1960 conquistò il Dhaulagiri. A sua volta guidò qualche anno dopo, nel 1963, la spedizione americana all’Everest che salì la vetta e compì la prima attraversata della montagna. Successivamente nel 1971 guidò un’altra spedizione all’Everest con obiettivo la parete Sud Ovest che però non ebbe successo. Oggi vive a Salisburgo. Dyhrenfurth ha lavorato come operatore insieme al regista Fred Zynemann sul set di „Cinque giorni un’estate“ con Sean Connery. La sua vita è stata raccontata nel film „Zum Dritten Pole“ del regista Andreas Nickel, autore del film biografico su Reinhold Messner.

Ed Webster, nato a Boston nel 1956, esperto di storia dell'Everest, Nel 1988 ha stupito il mondo salendo con Robert Anderson (USA), Paul Teare (Canada), and Stephen Venables (UK) la parete Kangshung sul versante tibetano dell’Everest. In stile alpino, senza ossigeno, senza collegamenti radio o l'appoggio di Sherpa, i quattro alpinisti hanno scalato il più difficile, remoto, pericoloso e ancora inviolato versante del tetto del mondo. Autore di numerose pubblicazioni e monografie alpinistiche Il suo libro autobiografico Snow in the Kingdom è considerato una pietra miliare della letteratura alpinistica in America ed ha ottenuto i massimi riconoscimenti assegnati ad un libro di alpinismo

Conrad Anker.
È nato nel 1962 è uno tra i più prestigiosi alpinisti americani, con una lunga serie di ascensioni himalayane e nelle terre antartiche. Ha salito impressionanti pareti in Alaska, Patagonia, Isola di Baffin, in Antartide (nella Terra della Regina Maud e nelle Ellsworth Mountains), sul Latok II in Karakorum. Nel 1999 è sopravvissuto ad una valanga sullo Shisha Pangma. In quello stesso anno ha guidato all'Everest una spedizione alla ricerca dei corpi di Mallory e Irvine, ritrovando il corpo di George Mallory a 8200 m. Nel 2007 è ritornato sull'Everest per ripercorrere le tracce di Mallory e Irvine fino al punto del loro ultimo avvistamento.

Mario Curnis è il decano degli alpinisti italiani lo scalatore più anziano al mondo ad aver raggiunto la cima dell'Everest. Curnis ha speso la sua vita sulle montagne, dalle Alpi Orobie alle difficili vie sul Catinaccio, alle spedizioni in Patagonia e in Nepal fino al coronamento del suo grande sogno: salire sul tetto del mondo, l'Everest, impresa riuscitagli all'età di 66 anni insieme a Simone Moro.

Con il patrocinio del Consolato Generale degli Stati Uniti d’America a Milano