“Conservare è cosa gentile e pietosa”

Don Vincenzo Casagrande, un protagonista della tutela dei monumenti in Trentino del primo Novecento, al centro del convegno a Cembra, palazzo Maffei, mercoledì 4 marzo  

 

“Nei giorni 23/4 – 5/5 1918, mentre si bombardava periodicamente la città di Rovereto, fui spedito colà dal Comando della 10. Armata per vedere che cosa c’era colà di artistico da salvare. Visitai, sempre con la maschera contro il gas al braccio, San Marco e i palazzi principali della città”: Don Vincenzo Casagrande

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In periodi di guerra occuparsi di salvaguardare le opere d'arte può sembrare superficiale, se non addirittura inutile. Eppure la distruzione del patrimonio culturale di un popolo, simbolo della sua identità e delle sue tradizioni, equivale al suo annientamento non solo materiale, ma anche morale. Di questo era pienamente conscio don Vincenzo Casagrande quando scriveva:

“Con sommo dolore i cittadini di Ala videro la loro amata Chiesa Arcipretale fatta spesso segno dell’Artiglieria Austriaca perché facilmente visibile, quasi isolata dal paese. Due grossi calibri nel 1916 sfondarono la parete sinistra scoppiando nell’interno abbatterono il soffitto col tetto. Gli altari furono smantellati, crivellate e lacerate la Pale che li ornavano. L’altare maggiore ebbe la stessa sorte, così pure la balaustra. Tutto ciò che le arti avevano formato un insieme bellissimo ed armonioso fu deteriorato, divelto, strappato.”

Nell’anno del Centenario della Grande Guerra, il Museo Diocesano invita a conoscere la vita e l’operato di una figura poco nota, ma di grande interesse nell’ambito della tutela dei beni storico artistici in Trentino: don Vincenzo Casagrade (Cembra, 1867 – Trento, 1943). Nella sua intensa vita il sacerdote trentino ricoprì numerosi e importanti incarichi: il più noto è quello di primo direttore del Museo Diocesano, meno conosciuta è invece la sua attività di Imperial Regio Conservatore per i monumenti della Commissione Centrale dell’Impero austro-ungarico, organo al quale era demandata la gestione e tutela del patrimonio storico artistico del Trentino. Un ruolo che egli assolse con entusiasmo e determinazione dal 1908, anno della nomina, fino al passaggio allo Stato italiano delle competenze in fatto di tutela. Durante il primo conflitto mondiale, il sacerdote si occupò della messa in sicurezza di gran parte dei beni storico-artistici locali, religiosi e no, attività documentata da dettagliate relazioni conservate presso l’archivio personale di Vincenzo Casagrande, un importante fondo ora depositato al Museo Diocesano Tridentino. Grazie alla collaborazione con l’Archivio Diocesano Tridentino e al contributo della Fondazione Caritro, il fondo archivistico è stato recentemente inventariato e riordinato. La sistemazione ha permesso a studiosi di varie discipline di leggere e studiare questa documentazione, rendendo possibile una riscoperta della vita e dell’attività del sacerdote, soprattutto nell’ambito della tutela dei beni storico artistici prima, durante e dopo il primo conflitto mondiale.

Per quanti vorranno conoscere meglio la figura di don Vincenzo Casagrande il Museo Diocesano, in collaborazione con Soprintendenza per i Beni culturali della Provincia Autonoma di Trento, ha organizzato un convegno che si terrà a Cembra mercoledì 4 marzo 2015 nella sede di Palazzo Maffei. L’iniziativa è promossa dal Consiglio della Provincia Autonoma di Trento e dal Comune di Cembra

 

Lorenza Liandru

Lorenza Liandru - responsabile comunicazione Museo diocesano tridentino

27/02/2015