Difendersi dalle alluvioni

“Ricordare” a “prevenire” a “gestire”: ecco i tre leitmotiv del convegno presso le Gallerie di Piedicastello 

Strigno, Via XXIV maggio, rio Cinaga [ Archivio Carlo Bertagnoni]

Dalla Fondazione museo storico del Trentino giunge una nuova proposta di approfondimento su Novembre. Storia della difesa del territorio in Trentino, la mostra che fino al 3 settembre si sviluppa nei trecento metri della Galleria nera. Un’occasione per riflettere, a cinquant'anni dall'alluvione che nel novembre del 1966 devastò il Trentino, sulla pericolosità dell'acqua e sulla lunga storia di difesa del territorio che ha interessato la nostra provincia.

Difendersi dalle alluvioni. Dalla storia alla gestione dell'emergenza è infatti il titolo del convegno che si svolgerà giovedì 30 marzo dalle 9 alle 17 alle Gallerie di Piedicastello, organizzato dalla Fondazione Museo storico del Trentino e dal Servizio Bacini montani della Provincia autonoma di Trento. Introdurranno i lavori l'assessore provinciale Mauro Gilmozzi e il presidente della Fondazione Museo storico del Trentino Giorgio Postal. Il tema verrà affrontato sia da una prospettiva storica che in chiave attuale approfondendo le pratiche di gestione delle emergenze.

Gli interventi della giornata seguiranno la traccia di tre sezioni, da “ricordare” a “prevenire” a “gestire”.

A entrare nel vivo delle relazioni sarà il curatore della mostra Alessandro de Bertolini, Fondazione Museo storico del Trentino, che interverrà su “Il significato della ricerca storica”. Seguiranno quindi una serie di approfondimenti che toccheranno diversi aspetti del "pericolo alluvione". In occasione del convegno sarà anche presentato in anteprima il volume “Novembre 1966. Storia della difesa del territorio in Trentino” pubblicato dalla Fondazione Museo storico del Trentino con il Servizio Bacini montani della Provincia autonoma di Trento, il catalogo che ripercorre e approfondisce i contenuti dell'omonima mostra allestita nella Galleria Nera.

Il viaggio proposto dalla mostra si articola in sei nuclei:

1. Gli eventi

La chiave di lettura di tutta la mostra è la pericolosità dell'acqua che, se non studiata e controllata, può distruggere, rovinare, uccidere. Ecco dunque che il visitatore, all'ingresso della mostra, accolto dal buio della Galleria nera, entra in un tunnel di specchi lungo venti metri. Dall'alto cinque proiettori fanno rimbalzare sulle pareti immagini di esondazioni contemporanee, da Sarno al Venezuela. Acqua che fuoriesce dagli argini, spacca, distrugge.

2. 18.000 briglie

Dopo la malattia, la cura. Qui si mostra come è fatto il Trentino, quali sono i suoi corsi d'acqua e i suoi rilievi, quali le caratteristiche che lo rendono un territorio costantemente sotto osservazione e interessato da continue opere di salvaguardia. Sono state scelti sette casi di sistemazione (tra cui per esempio la Galleria Adige – Garda) spiegati con progetti, immagini e dati.

3. Risali il fiume e la sua storia

Un tavolo lungo 50 metri. Una superficie che racconta la storia della difesa del territorio trentino dal punto di vista geografico e cronologico. Le mappe del catasto del 1800 consentono di percorrere la linea dell'Adige da Borghetto a Salorno. A fianco le tappe principali di questa millenaria storia. Si parte da 14.000 anni fa quando nel Neolitico la popolazione diventò stanziale e si stabilì vicino alle acque. Gli eventi si susseguono lentamente fino ad arrivare ad un affastellamento negli ultimi secoli, con le bonifiche di fondovalle del 1700, le grandi opere successive, l'alluvione del 1882. Il lungo tavolo accompagna il visitatore fino all'alba del 1966.

4. Il 1966

È la sezione più grande che occupa circa un terzo della mostra, per  oltre 100 metri di estensione. Le immagini dell'evento catastrofico che colpì il Trentino sono anticipate da una parentesi che restituisce il clima culturale di quegli anni: i consumi, le auto, la tv, il cinema e la pubblicità. In tutto questo irrompe il Novembre 1966. Ai rumori e al movimento delle proiezioni audiovisive si contrappone il silenzio di una lunga galleria fotografica che ritrae acqua e distruzione a Trento e nelle valli più colpite.

5. Dopo il 1966

Ma – ovviamente – dopo il 1966 la storia va avanti. La tecnica del confronto fotografico mostra gli stessi luoghi come sono oggi e durante l'alluvione. Un cambiamento reso possibile dalla storia istituzionale e di intervento a difesa del territorio che ha interessato gli ultimi cinquant'anni.

6. Le parole dell'autonomia

Come si è entrati si esce. Un nuovo tunnel di specchi conduce lungo gli ultimi metri di Galleria nera. Sulle pareti come in un gigantesco caleidoscopio scorrono le parole che hanno reso possibile questa storia di difesa del territorio. Autonomia. Protezione. Prevenzione. Preparazione. Comunità. Responsabilità. Partecipazione. 


28/03/2017