Emilia Fietta, l’ultima dei Badalai

Al Museo per via la mostra di stampe dedicata a una donna coraggiosa e indipendente

[ Fondazione trentina Alcide De Gasperi]

Al Museo per Via di Pieve Tesino è visitabile una nuova mostra di stampe, intitolata “Emilia Fietta, l’ultima dei Badalai”, curata da Elda Fietta, scrittrice ed esperta di ambulantato tesino.

“C’è una tomba nel cimitero di Pieve Tesino, una tomba antica, sul cui marmo i caratteri scolpiti si leggono a fatica. È quella della famiglia dei Fietta Badalai. Tre sono i nomi riportati: quelli di Giuseppe, di Maria sua moglie e dell’unica figlia Emilia, “benemerita pievese”, morta nel 1867”. Inizia così il volumetto che accompagna la mostra e che si deve alla passione della curatrice e al contributo dello studioso francese Dominique Lerch. Il loro lavoro, infatti, prende le mosse dalla piccola memoria locale per aprire lo sguardo ad una storia andata dimenticata: quella della famiglia di commercianti tesini dei Fietta Badalai, attivi nell’Ottocento tra Strasburgo e Metz. Una storia che di emigrazione e di ascesa sociale che riassume quella di molte altri imprenditori tesini, dediti alla compravendita di immagini a stampa su scala europea.

Con una particolarità: la storia dei Fietta Badalai è anche una storia di ritorni, che vedrà un ramo della famiglia reinserirsi nel paese natìo, portandovi nuovi gusti, nuove suggestioni, nuovi panorami. Testimoniati nell’affascinante figura di Emilia, l’ultima discendente della famiglia che nel 1867 morirà di parto giovanissima, a soli 21 anni, non prima però di aver portato per le strade di Pieve Tesino un’immagine nuova della donna e del suo ruolo sociale. Cresciuta in un ambiente cosmopolita, all’abito tradizionale Emilia preferisce i guanti e l’ombrellino suggeriti dalla moda dell’epoca, ama leggere e arreda con gusto la sua casa, è intraprendente e determinata, pronta a mettere la sua ricchezza al servizio delle donne nubili del paese, per procurare alle più povere una dote che permetta loro di sposarsi.

La mostra racconta questa storia attraverso stampe e oggetti appartenuti o prodotti dalla famiglia Fietta Badalai e rappresenta il primo passo di un percorso pluriennale di riscoperta delle storie familiari che hanno contribuito alla vitalità del territorio tesino tra otto e novecento. Storie spesso inghiottite dall’oblio e pure capaci di creare ponti, come in questo caso, tra studiosi locali e studiosi stranieri e di ricordare la ricchezza delle esperienze e degli incontri che sono alla base della grande epopea collettiva vissuta per secoli dagli abitanti del Tesino.

(fonte: Ufficio stampa Fondazione Trentina Alcide De Gasperi)


07/01/2020