I progressi di metà secolo

Carta albuminata, lastre al collodio, aristotipi, ferrotipi

Fotografo ignoto, Ritratto di famiglia, 1855–1865, ambrotipo colorato a mano, 8,1 x 9,3 cm [ @AFS, Soprintendenza per i beni culturali PAT]

Gli anni che seguirono la divulgazione dei procedimenti di Daguerre e di Talbot coincisero con un periodo di intensa sperimentazione scientifica, estesa anche al nuovo ambito fotografico, dai procedimenti di ripresa alle tecniche di stampa, con l’obiettivo di porre rimedio ai limiti del dagherrotipo (l’unicità) e del metodo calotipico (la scarsa definizione dell’immagine).

Nel 1850, il fotografo francese Louis Désiré Blanquart Evrard presentò ufficialmente la carta all’albumina, destinata a larga fortuna e lunga durata; utilizzata fino alla soglia del nuovo secolo, fu il primo supporto fotografico ad essere prodotto su larga scala in laboratori specializzati, segnando così l’ avvio dell’industrializzazione e della democratizzazione della pratica fotografica. Come nel procedimento della carta salata, l’immagine si formava per annerimento diretto sul foglio posto a contatto con il negativo, grazie alla sola azione della luce solare, senza necessità di sviluppo. In questo caso, però, la carta veniva fatta galleggiare in una bacinella contenente una soluzione di sale e albumina, sostanza colloide ricavata dall’albume d’uovo montato a neve, e successivamente sensibilizzata con nitrato d’argento; l’immagine si formava quindi sullo strato del legante, reso quanto più possibile lucido e uniforme, senza penetrare nelle fibre della carta. Caratteristica del procedimento è la tendenza all'ingiallimento a contatto con gli agenti atmosferici: un'alterazione legata anche alle colle dai cartoncini su cui veniva tipicamente montato il sottile foglio di carta albuminata, per evitare l'arrotolamento.

Una nuova era fotografica si aprì quando, nel 1851, Frederick Scott Archer riuscì a produrre negativi perfettamente trasparenti su lastra di vetro, che riducevano i tempi delle pose anche in condizioni di luce soffusa, garantendo un’eccellente qualità di immagine. Come legante dei sali d’argento usò un composto di recente produzione: il collodio, che doveva essere usato umido sulla lastra, preparata al momento stesso della ripresa e sviluppata subito dopo l’esposizione. Con l’essiccazione, infatti, l’emulsione perdeva di capacità di reazione alla luce. Per ovviare al problema, nel decennio successivo saranno prodotte lastre al collodio secco; ma la vera svolta seguirà più tardi con la diffusione del procedimento alla gelatina.

Il binomio negativo al collodio - carta albuminata si impose per almeno tre decenni, come si vedrà nelle prossime uscite, dedicate alle più celebri applicazioni trentine di questi procedimenti.

Con speciali accorgimenti, il collodio si prestò anche alla produzione di esemplari unici autopositivi: schiarendo il negativo, su fondo scuro, si produceva infatti un effetto di inversione che consentiva di leggere l’immagine in positivo.
Nella tecnica dell’ambrotipia si destinavano a questo scopo normali lastre di vetro, verniciate di nero sul verso o semplicemente appoggiate su di un panno scuro. Gli ambrotipi erano poi confezionati in cornici e astucci simili a quelli utilizzati per i dagherrotipi, e analogamente vivacizzati tramite la coloritura a mano. Ne offre un esempio l’antico ritratto di una coppia con figli, realizzato oltre centocinquanta anni fa, conservato presso l’Archivio fotografico storico, nell’ambito della collezione acquisita dal fotografo Luciano Eccher. Il quadretto, accuratamente composto, tradisce però le difficoltà della ripresa: i bambini, con i loro continui movimenti, erano allora il “cruccio” dei fotografi.
Nel procedimento della ferrotipia, il supporto dell’immagine era invece una piccola lastra in metallo, spesso priva di particolari montaggi, come nell’esempio in figura, o inserita in semplici cornicette di cartone. Larghi numeri di ferrotipi, meno costosi e meno fragili degli ambrotipi, furono prodotti dai fotografi ambulanti, in particolare negli Stati Uniti.

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km

17/04/2020