La Shoah dell’Arte

Nel Giorno della Memoria il Mart approfondisce le opere di Arturo Nathan e di Carlo Levi presenti nella mostra "realismo magico" 

Nel Giorno della memoria, il Mart di Rovereto rinnova l'appuntamento annuale con “la Shoah dell’Arte”, il progetto che coinvolge musei e teatri di tutta Italia, patrocinato dal MiBACT.

“Ogni anno scegliamo un soggetto diverso – spiega Annalisa Casagranda, responsabile di Mart educazione -. L’iniziativa prevede che i musei aderenti individuino nelle collezioni o nelle mostre in corso delle opere e degli artisti collegabili alla Shoah. Il legame può essere individuato nelle loro opere, oppure nel fatto che sono stati perseguitati o si sono battuti contro il regime nazista e fascista. La scelta riguarda anche artisti contemporanei che hanno ricordato la tragedia dell’Olocausto”.

Il percorso espositivo di Realismo magico - che fino al 2 aprile propone al Mart Un percorso evocativo e di atmosfere sospese che racconta la pittura italiana tra gli anni Venti e Trenta del Novecento -   comprende anche opere di Arturo Nathan e Carlo Levi, due artisti di origine ebraica che furono vittime del fascismo e della persecuzione nazista.

In particolare - riprende Casagranda - il percorso didattico sarà costruito attorno a  L’esiliato, 1928 di Arturo Nathan, mentre sono tre le opere di Carlo Levi: Arcadia, 1923,  Il padre a tavola, 1926, Francesca, 1927. L’appuntamento è all'interno delle sale della mostra con un mediatore dell'Area educazione del Mart alle 11.00, alle 12.00, alle 14.00 e alle 15.00 per conoscere le opere trattate all'interno di una contestualizzazione storica dettagliata e volta a ricordare uno dei periodi più dolorosi e tragici della storia".

Gli interventi avranno una durata di circa 30 minuti e la partecipazione, aperta a singoli visitatori, gruppi e scolaresche, è inclusa nel prezzo del biglietto di ingresso al museo. La prenotazione è consigliata alle scolaresche, non è invece richiesta per singoli visitatori e piccoli gruppi.

All’ambiente cosmopolita e legato alla cultura mitteleuropea che contraddistingue la città di Trieste appartiene Arturo Nathan, figlio di un inglese di origini ebraiche, che finirà la sua vita in un campo di concentramento tedesco. Nathan si dedica alla pittura solo dopo aver tentato di farsi strada nel mondo del commercio internazionale per assecondare il volere del padre e dopo aver studiato filosofia. Quando comincia a dipingere, alla fine del primo conflitto mondiale, l’artista soffre di una grave forma di depressione e il suo analista (Edoardo Weiss, allievo di Freud) gli consiglia di assecondare le sue inclinazioni artistiche. Non stupisce, perciò, che le sue opere trattino spesso il tema della solitudine e del disagio e che mostrino scene che sembrano generate da un incubo lucido. Come ne L’esiliato, dove una figura isolata e chiusa in se stessa è al centro di un paesaggio marino surreale abitato da grandi cetacei. Si tratta di una pittura celebrale e di sapore metafisico, che riflette il dramma esistenziale dell’autore e, al contempo, è ricca di riferimenti all’arte del passato e in particolare alla pittura di Albrecht Dürer.

Carlo Levi nasce nel 1902 a Torino, da genitori appartenenti a famiglie del ceto medio ebraico torinese. Medico, scrittore, pittore e attivista politico, Levi è un personaggio eclettico. Nel 1928 abbandona definitivamente l’attività di medico per quella di pittore. Entra in contatto con importanti personalità del mondo politico e culturale ed è allievo della scuola di pittura di Casorati. Successivamente si trasferisce a Parigi dove rimane affascinato dalle correnti postimpressioniste francesi e dalla ricerca formale di Modigliani.

Informazioni e prenotazioni

T 0464.454135-108
education@mart.trento.it


22/01/2018