La nascita della Comunità Europea e i suoi sviluppi, 1945-2015

Una nuova tappa lunedì 9 marzo alle 14.45 presso il Centro Rosmini di Trento nell'ambito di "Maturità 2015. Parliamo di storia"

Nell'ambito di Maturita-2015-parliamo-di-storia, il percorso annuale promosso dalla Fondazione Trentina Alcide De Gasperi e dall’Associazione culturale “Antonio Rosmini”  lunedì 9 marzo alle 14.45  Gabriele D’Ottavio porterà il suo contributo su "La nascita della Comunità Europea e i suoi sviluppi, 1945-2015"

L’idea di realizzare un’Europa unita è precedente alla fine della seconda guerra mondiale. Già nel Settecento e nell’Ottocento alcuni illustri esponenti del pensiero occidentale – dall’abate di Saint Pierre a Immanuel Kant, da Henry de Saint-Simon a Giuseppe Mazzini – dedicarono a questo tema fiumi di inchiostro. A imprimere un’ulteriore spinta alla riflessione sull’unificazione del vecchio continente contribuì la prima guerra mondiale. Statisti come il francese Aristide Briand e il tedesco Gustav Stresemann si fecero portavoce della necessità di ricostruire un ordine europeo stabile e pacifico. Tuttavia, fu solamente tra la fine degli anni ’40 e i primi anni ’50 del Novecento che si crearono le premesse necessarie per la nascita delle prime istituzioni comunitarie.

Nel nuovo contesto della Guerra fredda, l’ancoraggio all’Europa e all’Occidente di quella parte della Germania non soggetta all’influenza dell’Unione sovietica divenne un’esigenza ineludibile. D’altra parte, ai suoi esordi la costruzione europea scontò molte asimmetrie. Per le nazioni sconfitte – Germania e Italia – essa rappresentò in primo luogo la possibilità di ristabilire le loro credenziali politiche e morali dopo l’esperienza della dittatura. Per i paesi «piccoli» – Belgio, Olanda e Lussemburgo – era  la garanzia contro possibili future invasioni. Per i vincitori – Gran Bretagna – e per coloro che si consideravano tali – Francia – era un principio di collaborazione da subordinare ai rispettivi interessi di ex grandi potenze e, quindi, alla loro aspirazione imperiale.

A queste asimmetrie corrispose una non univoca e precaria concezione dell’identità che avrebbe dovuto sorreggere il percorso unitario. Nel giro di pochi anni, il processo d’integrazione, dall’aspirare a un fondamento pacifista e anti-fascista passò sostanzialmente a servire la causa anti-comunista. Tra i più illustri e rappresentativi esponenti politici della prima generazione di europeisti spiccano le figure di Konrad Adenauer, Alcide De Gasperi e Robert Schuman.

Per i tempi e i modi in cui maturarono, le prime Comunità europee – la Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA) e la poi fallita Comunità europea di difesa (CED) – dimostrarono come la spinta alla coesione europea traesse alimento soprattutto dai momenti di grande tensione internazionale nel contesto Est/Ovest. Nei momenti di distensione, riemersero invece nuove divisioni tra i Paesi europei. Con il progressivo venir meno del timore che la Guerra fredda potesse diventare “calda”, il progetto d’integrazione si modificò.

Da questo punto di vista, i Trattati di Roma, istitutivi della Comunità economica europea e della Comunità europea dell’energia atomica (Euratom) sancirono il passaggio verso un’integrazione europea con una forte impronta economica e un assetto istituzionale meno invasivo della sovranità nazionale rispetto a quello della CECA e della CED. Nonostante il permanere di importanti asimmetrie tra i vari paesi membri, la CEE divenne col passare degli anni il principale fattore di modernizzazione, di crescita e di stabilità politico-economica, nonché una potente attrattiva per gli Stati terzi e un punto di riferimento per i Paesi alle prese con il fenomeno della decolonizzazione.

Sotto l’impeto di avvenimenti avvertiti come epocali, come la caduta del muro di Berlino, la fine della Guerra fredda, l’11 settembre 2001 e da ultima la crisi economica europea, la più grave dalla Grande Depressione del 1929, l’opinione pubblica europea è stata costretta, sia pure con una certa riluttanza, a prendere atto del fatto che il mondo è cambiato e con esso anche l’Europa sorta dalle ceneri della seconda guerra mondiale e formatasi all’ombra del confronto bipolare Est-Ovest.

Attraverso gli allargamenti successivi, le riforme istituzionali e la creazione di nuove politiche comuni la Comunità europea, oggi Unione europea, si è trasformata in qualcosa di molto diverso dall’Europa che era stata immaginata dai padri fondatori.

Gabriele D’Ottavio - Ricercatore presso FBK-ISIG

07/03/2015