Legno | Lën |Holz

Ultima settimana per visitare la mostra che indaga sulla figura umana attraverso sculture e installazioni

Livio Conta, Giorgio Conta, Fabiano de Martin Topranin, Aron Demetz, Gehard Demetz, Peter Demetz, Arnold Holzknecht, Walter Moroder, Hermann Josef Runggaldier, Andreas Senoner, Peter Senoner, Matthias Sieff, Adolf Vallazza, Willy Verginer e Bruno Walpoth: sono questi i protagonisti di Legno | Lën |Holz, la mostra che viene inaugurata oggi alle 18.30 presso la Galleria Civica di Trento. Curata da Gabriele Lorenzoni, propone un’esplorazione della figura umana attraverso la scultura lignea contemporanea.

Fino al 17 settembre, la mostra Legno | Lën |Holz permetterà di ammirare le opere di quindici artisti, appartenenti a diverse generazioni e tutti viventi, che si sono formati in Val Gardena. Un’area che costituisce una regione culturale, formata dalle valli sudtirolesi, trentine e venete e la scelta del titolo trilingue dà conto di questa prospettiva di analisi. Partner del Mart per l’iniziativa sono il Museum Ladin Ćiastel de Tor di San Martino in Badia e la Galleria Doris Ghetta, che ha la sua sede a Ortisei.

La premessa all’esposizione risiede nella consapevolezza che la tradizione secolare della scultura lignea, attraverso gli interpreti presenti in mostra, si possa a pieno titolo inserire tra le arti del contemporaneo: non una pratica artigianale, dunque, ma un linguaggio in grado di esprimere la complessità del contemporaneo. 

La figura umana viene indagata attraverso una quarantina di opere tra sculture e installazioni, che propongono rappresentazioni drammatiche o spiritose, ritratti realistici, corpi alieni, totem divini, uomini, donne e bambini. Una variegata umanità, dunque, attraverso cui i visi e i corpi intagliati nel legno propongono riflessioni sui temi del doppio, dell’alterità e dell’autorappresentazione.

Si instaura così un enigmatico parallelismo fra i volumi scultorei in scala 1:1 che invadono gli spazi della Galleria e gli spettatori.  L’allestimento minimalista, firmato dallo studio Weber+Winterle di Trento, sottolinea questo dualismo mediante un gioco di superfici riflettenti che moltiplicano i punti di vista.


01/06/2017