Richard Artschwager

Al Mart di Rovereto un viaggio a tutto tondo nell’opera di un artista che ha ripensato l’oggetto e il campo operativo dell’arte

Fino al 2 febbraio 2020, al Mart di Rovereto si dischiude la magia delle eclettiche forme di Richard Artschwager. Si tratta della prima esposizione antologica a lui dedicata in Italia, un progetto internazionale affidato al curatore Germano Celant, in collaborazione con il Guggenheim Museum Bilbao. La mostra farà poi tappa nei Paesi Baschi.

La retrospettiva curata da Celant è l’occasione per un viaggio a tutto tondo nell’opera di un artista che ha ripensato l’oggetto e il campo operativo dell’arte. Grazie anche a importanti prestiti internazionali, il percorso espositivo ospita alcuni dei capolavori dell'artista ed è pensato da Celant come un labirinto aperto. Un'ottantina le opere presenti, dai primi anni Sessanta del Novecento al primo decennio del Duemila, riguardanti i principali nuclei della ricerca di Artschwager: dalle strutture in legno e formica ai dipinti su celotex, dalle sculture in setole di nylon ai “corner pieces”, senza dimenticare le opere in crine e i blp di piccola dimensione o ambientali ai quali l’artista lavora dal 1968 in poi.

Al Mart l’allestimento offre un ritratto ricco e articolato del lavoro di Richard Artschwager che pone continue domande su apparenza ed essenza degli oggetti, tra le aspettative dell’esperienza e la realtà. A tal proposito, scrive Germano Celant nel catalogo che accompagna la mostra:

“È su tale ambivalenza tra realtà e apparenza che si sviluppa il discorso visivo dell’artista sulla necessità di mettere in discussione il dogmatismo iconografico fra tendenze (come fra Pop Art e Minimal Art) che, apparentemente, si dichiarano antitetiche e conflittuali, mentre la molteplicità delle relazioni e delle associazioni fa parte del linguaggio aperto dell’arte. Siccome non sussiste un unico ordinamento mentale e visuale, Artschwager evita le contrapposizioni e pratica una sintesi che include e tiene insieme gli elementi, seppur diversi. Per ottenere questo risultato lavora sulla loro tensione che, non dovendo rispondere a richieste e a esigenze specifiche, rimane in sintonia con una concezione evolutiva del comunicare: quella della dinamica ambigua e mutante dei media che fluttuano in un continuum, plasmato da un fluido di informazioni perpetuamente variabili. La sua posizione rifiuta pertanto la rigidità e l’indurimento, la sclerosi e l’inflessibilità, la frattura e la contrapposizione. Opera sulla trasversalità dell’oggetto, che gli serve a mantenere vitale la fluidità delle materie che si intrecciano alle immagini”.

Nella sua opera, sia pittorica sia scultorea, Artschwager affronta la rappresentazione di luoghi, scene di vita quotidiana e oggetti d’uso comune come tavoli, sedie, cassettoni, interpretati attraverso l’uso di nuovi materiali industriali quali la formica, il celotex, la pittura acrilica, il crine. Dedica particolare attenzione alla forma geometrica pura che si spinge verso l'astrazione e all’uso di figure solide accompagnate da un senso di illusionismo pittorico.

In occasione della mostra, il Mart dà alle stampe una fondamentale pubblicazione che ripercorre la vita di Richard Artschwager, dando conto degli eventi più significativi della scena internazionale nella quale l’artista si muove. Edito da Silvana Editoriale, l’ampio volume presenta un corposo saggio del curatore Germano Celant e una ricca cronologia corredata da più di 200 riproduzioni delle opere, fotografie e documenti d’archivio. Vengono inoltre pubblicati testi dell’artista.

Richard Artschwager. L’artista

Richard Artschwager nasce nel 1923 a Washington, DC, e muore nel 2013 ad Albany, New York. Dopo aver conseguito la laurea nel 1948 presso la Cornell University di New York, studia nella scuola fondata a New York da Amédée Ozenfant, uno dei pionieri dell’astrazione. All’inizio degli anni Cinquanta Artschwager si dedica alla produzione di mobili, producendo semplici oggetti di arredo. Dopo un rovinoso incendio nel suo laboratorio alla fine del decennio, inizia a realizzare sculture utilizzando materiali industriali, proseguendo con la pittura e il disegno, fino all’installazione site-specific.

La prima mostra di Artschwager ha luogo presso la Art Directions Gallery di New York, nel 1959, e viene seguita dalla prima di numerose esposizioni personali con Leo Castelli nel 1965. Le personali includono anche: Up and Across, Neues Museum, Nuremberg, Germany (2001); Museum für angewandte Kunst (MAK), Vienna (2002); Kunstmuseum Winterthur, Switzerland (2003); Painting Then and Now, Museum of Contemporary Art, Miami (2003); Up and Down/Back and Forth, Deutsche Guggenheim Berlin (2003); Richard Artschwager!, Whitney Museum of American Art, New York.


15/10/2019