Sulle tracce dei segreti di Tridentum e del suo territorio

L'importanza di comunicare i beni culturali nel contemporaneo: un progetto della Soprintendenza per i ragazzi

In una società in cui spesso la tecnologia è percepita come principale ricchezza da difendere e valorizzare perché può portare ad un immediato sviluppo economico, ha ancora senso riflettere sulla conservazione, tutela e valorizzazione dei Beni culturali?

La risposta può essere positiva solo nel momento in cui si ridà vero valore a questa espressione rendendosi conto che qualsiasi patrimonio culturale, sia materiale che immateriale, è parte integrante della memoria di un territorio e della sua gente, ne costituisce l’essenza più profonda, le radici. Ciò non significa che sia qualcosa di fisso, statico, immobile, ma al contrario costituisce la linfa vitale di un popolo, la benzina che mette in moto la creatività e l’innovazione di un paese. Questo a patto però che se ne comprendano le caratteristiche e se ne sfruttino adeguatamente le enormi potenzialità, in un processo di apprendimento permanente che riguarda ogni cittadino nel corso della sua vita.

Con il passare degli anni si è rilevato un progressivo distacco tra i cittadini e i Beni culturali, che invece di essere percepiti come collante tra chi vive in un territorio e i segni tangibili della sua storia sono stati avvertiti talvolta negativamente, il che in certi casi ha portato addirittura a considerarli come un ostacolo per lo sviluppo del territorio più che una risorsa. Ciò ha riguardato tutti gli ambiti culturali, anche quello archeologico ed ha portato alla diffusione di un certo disinteresse e in casi estremi alla comparsa di atteggiamenti oppositivi.

In questo contesto risulta quindi sempre più importante educare alla partecipazione culturale per promuovere il dialogo, rafforzare il senso di appartenenza ad una comunità, sviluppare la comprensione e il rispetto per tutto quello che ci circonda e per chi ci circonda. La cultura deve essere “vissuta” come mezzo imprescindibile per lo sviluppo personale. Per questo l’educazione al patrimonio culturale deve iniziare il prima possibile, deve essere costante e deve coinvolgere in modo attivo. Così è nato il progetto “Sulle tracce dei segreti di Tridentum e del suo territorio” per aiutare le giovani generazioni, cittadini in formazione, ad acquisire la consapevolezza dell’importanza dei Beni culturali, a comprendere che il Patrimonio culturale è una proprietà di tutti e tutti devono “amarlo, frequentarlo, prendersene cura”.

Come gli adulti anche i ragazzi di età scolare hanno spesso una percezione superficiale del patrimonio culturale da cui sono circondati, perché attirati maggiormente dalle forme moderne del vivere quotidiano e sempre meno da tutto ciò che ha sentore di “antichità” perché questa è confusa con “vecchiaia”, attribuendole così un significato valoriale negativo come qualcosa di stantio, ricco solo di ragnatele. Invece tutto ciò che ci ha preceduti è parte di noi, anche se tendiamo a non ricordarcene. Di ciò ci si rende particolarmente conto grazie ai Beni archeologici in cui si possono individuare i vari strati di storia che si sono susseguiti nel tempo, ciò significa che passeggiare in un’area archeologica come quella del S.A.S.S., in piazza Cesare Battisti a Trento, non è “solo” ritornare a 2000 anni fa, ma ritornare ad una storia densa, arricchita da tutto ciò che è avvenuto nello stesso luogo nell’arco di tempo che intercorre dall’epoca romana ad oggi. E’ la nostra memoria storica.     

Camminare “Sulle tracce di Tridentum”, ha permesso di fare ciò e di portare i ragazzi tra i 10 e i 16 anni di età ad appropriarsi della propria memoria culturale, di averne consapevolezza e comprendere come sia possibile prendersene cura, sviluppando senso di rispetto e amore per qualcosa che gli appartiene.

Il percorso, nel corso degli ultimi 2 anni scolastici (2016-2017, 2017-2018), ha coinvolto circa 1000 studenti. Tenendo conto delle età, delle diverse provenienze dei ragazzi e degli interessi specifici delle singole classi si sono svolti tre o cinque incontri. Attraverso brainstorming, l’utilizzo di immagini di vari tipi di Beni culturali, filmati, articoli di giornale, uscite sul territorio, si è cercato di coinvolgere gli alunni e di stimolare in loro la riflessione sul valore dei Beni culturali, sull’importanza della loro conservazione, tutela e, in particolare, su come i giovani possano contribuire alla loro valorizzazione.    

Gli spunti di riflessione e le proposte scaturite sono state molte ed hanno portato a svolgere non un solo progetto, ma molti progetti diversi. Nella fase finale ai ragazzi e ai loro insegnanti è stato chiesto un coinvolgimento attivo nel contribuire concretamente a comunicare l’interesse per i Beni culturali anche attraverso la valorizzazione, nelle forme più varie, del sito archeologico del Sas.

Ne sono scaturiti: video amatoriali, brani musicali inediti, disegni, racconti, giochi, progetti per rendere più visibile l’entrata del sito archeologico, proposte per materiale espositivo più accattivante, brevi guide in arabo, francese e albanese.

Attenzione è stata anche rivolta alle disabilità creando in particolare supporti per visitatori ipovedenti

La mostra sarà visitabile fino al 9 giugno da martedì a domenica con orario 9-13/14-17.30 fino al 31 maggio e 9.30-13/14-18 dal 1 giugno.

Al progetto hanno partecipato: le scuole primarie Nicolodi, Crispi, Clarina, Cognola, Sopramonte di Trento, Roncegno, Novaledo, Caldonazzo, Cembra, Sover, Tiarno-Ledro, Concei, Rovereto, Isera, Giustino; le scuole secondarie di primo grado: Bronzetti Segantini, Bresadola (indirizzo musicale) di Trento; le scuole secondarie di secondo grado: Liceo Prati, Liceo Bonporti, Liceo da Vinci, Istituto Buonarroti Pozzo, Istituto Pavoniano Artigianelli per le Arti grafiche di Trento, il liceo Marie Curie di Pergine, Liceo Depero di Rovereto, l’istituto Pilati di Cles, l’istituto di Istruzione Guetti di Tione.

M.Raffaella Caviglioli

 

M.Raffaella Caviglioli - funzionaria Soprintendenza per i beni culturali

18/05/2018