Dear N

Marco D’Agostin

Incontri e convegni , Reading

DEAR N. - performance spin-off di BEST REGARDS per XL DEAR N. è una talk-performance pensata appositamente per l’edizione XL del Festival, e risponde ad alcune questioni centrali: a quale comunità di spettatori ci rivolgiamo in questo momento?

Come organizziamo l’esperienza di fruizione di uno spettacolo dal vivo con le limitazioni che regolano le nostre prossimità?

Quali altre forme di chiamata in causa possiamo mettere in campo? DEAR N. nasce sul solco di un’impossibilità, quella di completare e presentare al pubblico la performance BEST REGARDS (il cui debutto era previsto per il marzo del 2020), e su questa frattura cerca di disporre, a futura fioritura, non solo i materiali che hanno animato la ricerca e che non avrebbero mai trovato spazio nello spettacolo, ma anche tutti gli oggetti scenico-performativi che sono in grado di sopravvivere, adattandosi al nuovo ambiente circostante e chiamando prepotentemente in causa la relazione con gli spettatori.

A inaugurare DEAR N. pongo quello che sarebbe stato l’atto di chiusura di BEST REGARDS: la lettura di una lettera, scritta da Chiara Bersani e inviata a Centrale Fies, che nel lavoro per la scena addensava materializzandole alcune delle tematiche centrali. Lo spettacolo era pensato come “lettera” consegnata in ritardo a Nigel Charnock e invitava a riflettere sulle possibilità generate dallo spazio lasciato vuoto da qualcuno che per noi è stato importante e che non c’è più: nel mio caso un Maestro, nel caso degli spettatori chiunque essi desiderino evocare per se stess°.

La lettera che Chiara Bersani invia, la cui impalcatura centrale è stata costruita assieme alla poetessa Azzurra D’Agostino, inaugura una riflessione sulla specifica temporalità che le lettere impongono come mezzi di comunicazione: esiste infatti sempre uno scollamento (delay) tra il momento della scrittura e quello della lettura, un lasso di tempo “fatale” che mette sempre in conto la possibilità di una morte, di una rottura.

Questo specifica stratificazione temporale, unita al “rischio” di perdita che ogni iter postale postula, caricano la lettera di una dose alta di destino: alla lettera affidiamo le nostre profondità proprio in virtù del suo carattere così prossimo alla minaccia.

Dopo questo primo gesto di carattere performativo, DEAR N. diventa una talk in cui, attraversando alcuni formidabili epistolari dell’ ‘800 e del ‘900 ai quali farà da contraltare l’archivio di lettere prodotte dagli studenti del laboratorio (vedi scheda successiva), si passano in rassegna alcune delle modalità di creazione che le lettere ci insegnano, alcuni episodi sorprendenti legati al loro invio, alcune loro mirabili caratteristiche. Sotterraneamente, e resa appena visibile dal discorso che porterò avanti, palpiterà una domanda di continuo riversata sugli spettatori: a chi scriveresti, ora, una lettera?

Quale lettera non hai fatto in tempo a scrivere?

Nella sezione finale, invece, metterò alla prova un meccanismo di chiamata in causa del pubblico che già era previsto nello spettacolo BEST REGARDS, qui testato per la prima volta. Annuncerò infatti la prima esibizione pubblica della canzone Dear N., che ho scritto durante questa quarantena assieme al musicista LSKA, costruendone le strofe attorno a un ritornello martellante:

You died so I could live and dance, live and dance
You are the dark, I see the stars
I’m here so I can live and dance, live and dance
And I hope this is no harm to you, dear N.,
I hope this is no harm to you
Sei morto così che io potessi vivere e danzare,
Sei il buio, vedo le stelle
Sono qui così posso vivere e danzare
E spero che questo non ti dispiaccia, caro N.,
Spero che questo non ti dispiaccia

Nella forma della canzone pop, il ritornello evoca alcuni aspetti fondamentali per il lavoro.

Innanzitutto lo spazio creato dalla morte di qualcuno - che non è solo il luogo della perdita e dell’assenza, ma anche quello che invita a un’azione nuova. Sullo sfondo riecheggia Annie Ernaux, che nel suo L’altra figlia, una lettera rivolta alla sorella - defunta prima che lei ne potesse conservare memoria -, scrive, con commossa crudeltà: “tu sei morta perché io potessi vivere e scrivere”.

La performance vira quindi improvvisamente verso il formato del concerto, ma per il tempo di una sola canzone. La coda del brano, infatti, si rivela essere una lunghissima parentesi musicale in cui i primi due versi del ritornello vengono ripetuti molte volte, invitando lo spettatore non solo a memorizzarli ma anche a passarne in rassegna i possibili significati, un livello dopo l’altro, una ripetizione dopo l’altra. Con un gesto sobrio e ambiguo, “consegnerò” il ritornello al pubblico, il cui testo in inglese nel frattempo sarà riprodotto, come un karaoke romantico ma un po’ decadente, sulla tenda luminosa alle mie spalle.

Abbandonerò lo spazio, lasciando sospesa una domanda non chiara: posso cantare, ora? Posso fare miei questi versi, riempirli della mia storia? O come vivo invece questo vuoto, questo coro mancato? Il musicista LSKA, mentre il testo continuerà a scorrere al proprio ritmo permettendo dunque al pubblico di agganciarsi o sganciarsi dal canto in ogni momento, lavorerà sui suoni in modo da rarefare lentamente e progressivamente l’ambiente, che a quel punto gli spettatori saranno liberi di lasciare oppure di vivere fino all’esaurimento della musica.

SCRIVERE LETTERE È SEMPRE PERICOLOSO - workshop di M. D’Agostin e Azzurra D’Agostino per una classe di studenti della scuola superiore di Trento

Il workshop Scrivere lettere è sempre pericoloso mutua il proprio titolo da una frase che Elizabeth Bishop scrisse ed inviò al suo amico poeta Robert Lowell, in uno degli epistolari più memorabili del ‘900. “Gravido di minacce”, aggiungeva la Bishop.

Il workshop è pensato innanzitutto come risarcimento per il gesto di generosità che, nel maggio del 2019, all’inizio del processo di ricerca per BEST REGARDS, una classe del Liceo *** dimostrò, facendo recapitare in Centrale una scatola di lettere piene di consigli e pensieri sullo spettacolo.

Con la collaborazione di Azzurra D’Agostino, poetessa ed esperta di scrittura creativa, il workshop si propone di innescare a distanza pratiche di pensiero e composizione attorno all’arte di scrivere lettere.

I partecipanti saranno convocati su un gruppo Whatsapp e riceveranno istruzioni giornaliere per brevi esercizi di scrittura. Affronteremo la lettera come luogo topico di scrittura, ne studieremo le caratteristiche specifiche, la renderemo contenitore ideale per materializzare singoli desideri di comunicazione. Il workshop genererà un corpus di lettere affilate ma anonime, la cui destinazione ultima sarà Centrale Fies.

Costi

Il biglietto è cumulativo per i tre spettacoli   DIALOGO TERZO: IN A LANDSCAPE + DEAR N + EUROPEANA NON-STOP

Intero € 26,40;  Ridotto € 22,00

acquista on line 

Durante ogni serata è previsto un servizio relax e ristoro nel parco di Centrale Fies.

Sarà possibile cenare previa prenotazione contattando il numero + 39 327 9019738 o scrivendo a info@centralefies.it
Nei giorni di spettacolo gli spazi di Centrale Fies apriranno alle ore 17.30.

Vi invitiamo ad arrivare entro le ore 19.30

Non sarà possibile entrare in sala a spettacolo iniziato

All’entrata attueremo i protocolli di prevenzione richiesti dalle nuove norme, vi ricordiamo dunque di portare sempre con voi la mascherina

Le performance avranno luogo negli spazi esterni di Centrale Fies, qualora la serata venisse annullata, causa cattivo tempo, il biglietto sarà rimborsato, ma potrai anche scegliere di sostenere Centrale Fies non chiedendo il rimborso!