Giro della via Lattea

culture e storie di straordinari allattamenti

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Quaranta temi ed altrettante caselle formano il "Giro della Via Lattea" da percorrere in sequenza o affidandosi al tiro dei dadi. L'attenzione è posta su come si siano evoluti e trasformati nel tempo interpretazioni e atteggiamenti culturali nei confronti dell'allattamento ma anche del latte quale alimento indispensabile alla sopravvivenza nel periodo della prima infanzia.

L’universo del latte oscilla tra la fisicità di stereotipi che ogni cultura tramanda e il mistero che ammanta questa secrezione esclusivamente femminile. Quasi ogni religione ha sacralizzato la maternità, l’iconografia cattolica ha diffuso il culto delle madonne e dei santi del latte, mentre modelli altri sono stati proposti da un’iconografia ‹laica› attraverso la produzione artistico-letteraria e una comunicazione sempre più invasiva e pervasiva.

La sopravvivenza del neonato legata alla disponibilità di latte ha ispirato nei secoli svariate iniziative tra le quali la nascita di istituzioni caritative per la cura dei trovatelli. A queste, nel tempo, si sono sostituiti enti per l’assistenza all’infanzia che hanno ereditato l’esperienza – e i capitali – dei predecessori; si è trattato di lasciti di civiltà che hanno trasferito nelle scienze per la cura del bambino – la pediatria e la puericultura – il fine statutario di nutrimento come primo accudimento.

Un percorso evolutivo che ha interessato innanzitutto la cultura occidentale coinvolta nel macrofenomeno dell’industrializzazione, in cui la figura multipla della donna (madre) lavoratrice non poteva ottemperare anche al ruolo di nutrice; a questo mutamento economico e sociale la tradizione di cura nei tanti brefotrofi europei ha dato un contributo fondamentale attraverso il trasferimento di saperi esperienziali ai primi ‹asili nido› per i figli delle operaie. Ma per molti lattanti che non potevano essere accolti in queste istituzioni restava solo la soluzione dell’allattamento mercenario nel domicilio della balia, oppure la nutrizione con surrogati di vario tipo: di qui la diffusione di biberon, tiralatte e latte artificiale già noti ma di difficile diffusione prima della loro produzione industriale per i costi proibitivi.

L’apertura alla globalizzazione ha indotto il superamento di tanti stereotipi culturali sulle prime età di vita ma non di tutti. Alcuni di questi, generano ancora una profonda incomprensione: ad esempio l’allattamento dei cuccioli di animali presso talune popolazioni incontaminate, o la mentalità di taluni industriali per i quali la “donna madre” esula dalla sfera lavorativa.

Le caselle che compongono questo percorso espositivo possono essere percorse in successione o, come in una sorta di gioco dell’oca, affidandosi all’imprevedibilità dei dadi quale rappresentazione allegorica dell’incertezza che, ieri come oggi, ha contrassegnato e contrassegna la vita dei neonati. Un ‹gioco›, non da ultimo, che vuol invitare ad affrontare il lato in ombra del passato dell'umanità, quello che vede protagonista l'inetto figlio degli umani e la sua sopravvivenza, sempre e comunque.

Costi

ingresso libero

Il momento inaugurale di venerdì 8 ottobre è riservato ai giornalisti e a un pubblico ristretto; si chiede pertanto di confermare la propria presenza scrivendo a comunicazione@museostorico.it