Sogno (ma forse no)

1 atto di D. Buzzati, RICORDI - Festival di Como, 1959

direttore d'orchestra Nino Sanzogno, regia Giulio Chazalettes, la giovane signora Gabriella Ravazzi, l'uomo in frak Mario Basiola

"Sogno (ma forse no)" segnò un momento importante della mia evoluzione e precisamente l'inizio - se non è troppo presuntuosa la definizione - di una terza maniera. La prima era stata quella neoclassica, posthindemitiana. La seconda era stata di marca dodecafonica. Questa terza, da un punto di vista espressivo, era di "allucinazione sonora" e da un punto di vista tecnico di stemperamento del serialismo su strutture, se non sempre deformate, deformalizzate.

Luciano Chailly, "Le variazioni della fortuna" Camunia Editrice, 1989

Trama

Una giovane signora sta dormendo. Nel sogno vede entrare in casa la "maschera deformata" di un uomo in frak: È il suo amante, che assume vari atteggiamenti, affronta vari argomenti, ricorda il loro primo incontro, ma ha paura di guardarsi allo specchio e sospetta: Sospetta di essere tradito dalla donna per cui ha rubato e ha barato al circolo con gli amici, per comperarle le perle. Il fantasma della notte sente che la sua mente, poco alla volta, si stravolge. Si butta su di lei, sta per strozzarla… Essa si sveglia. Si riassetta. Bussano alla porta. È lui, l'uomo del sogno, che in realtà è un bonaccione, un ingenuo. Si capisce che effettivamente lei lo tradisce, ma lui non capisce.

Luciano Chailly, "Le variazioni della fortuna" Camunia Editrice, 1989

14/01/2020