Il restauro dei materiali in bronzo

Le nostre restauratrici ci parlano del restauro dei materiali in bronzo provenienti da scavi archeologici e ci mostrano come esempio la brocca in bronzo rinvenuta a Vervò in Val di Non.

Durante lo scavo archeologico il rapido cambiamento delle caratteristiche ambientali in cui si trovano i reperti rappresenta una sollecitazione importante: gli oggetti, anche quelli in metallo, si devono adattare velocemente alle nuove condizioni, quindi il loro recupero deve essere molto attento e tempestivo.

Prima di ogni trattamento si esamina l’oggetto per individuare la natura del metallo, rilevare l’eventuale presenza di decori o di altre tracce.

Gli scopi della pulitura sono sia di natura conservativa, per arrestare i processi di corrosione che tendono a riportare l’oggetto alla natura del minerale da cui è stato ricavato, sia di natura conoscitiva e di recupero, anche se parziale, della forma e della superficie.

La patina presente sui materiali in bronzo è composta da una stratificazione di diversi composti. Generalmente nel restauro si esegue la pulitura meccanica, più facilmente controllabile, talvolta preceduta o seguita da trattamenti di pulitura chimica. Bisturi ed altri strumenti manuali, microsabbiatrici, ablatori ad ultrasuoni, contribuiscono alla pulizia del reperto. Durante la pulitura vanno rispettate e conservate tutte le tracce che rivelano la storia del manufatto.

Nel caso della brocca in bronzo proveniente da Vervò, che vedete nelle immagini, sono evidenti le alterazioni e le deformazioni causate dalla vicinanza con una forte fonte di calore, probabilmente un incendio. Queste tracce devono assolutamente essere rispettate evitando raddrizzamenti dell’oggetto.


09/06/2020