Boschi e foreste

 

 

In Trentino le aree forestali hanno rappresentato per secoli una risorsa, e come tale sono state interessate da molteplici usi e attività produttive: taglio del legname, da far fluitare lungo l’Adige sino a Verona o Venezia; produzione di carbone di legna; pascolo di bestiame; raccolta di castagne ed altri frutti spontanei. Il valore di queste risorse è dimostrato anche dalle numerosissime dispute sorte tra comunità locali per sancire i confini dei rispettivi diritti di sfruttamento e possesso. La aree forestali come prodotto storico, insomma, intimamente intrecciate con le vicende umane.

Ecco quindi che il bosco rappresenta uno dei temi più ricorrenti della rappresentazione del territorio trentino. Queste carte testimoniano la molteplicità di usi e la stratificazione di diritti che hanno interessato il bosco come risorsa ambientale; se, da un lato, questi documenti consentono di verificare i cambiamenti avvenuti nell’estensione della copertura boschiva, dall’altro attestano il ricco e secolare patrimonio – ormai quasi scomparso – di pratiche e conoscenze locali legate al rapporto tra uomo e bosco.

Questa varietà di usi è ben rappresentata nel caso dei cabrei forestali, nei quali vengono rappresentati graficamente diversi sistemi di sfruttamento delle risorse boschive, distinguendo i boschi tagliati da quelli non ancora sottoposti a taglio, quelli cedui da quelli non, quelli comunitari da quelli privati, i boschi dai pascoli e dalle distese prative. Le aree pascolate e i masi, sempre presenti nelle carte, mostrano la stretta relazione tra bosco e pascolo in montagna. Stupisce, generalmente, l’estrema ricchezza della tassonomia utilizzata per definire le diverse composizioni del bosco, ognuna contraddistinta da particolari utilizzi o consuetudini.


06/05/2020