Città e insediamenti

 

 

Già da tempo, Marcel Roncayolo introducendo il concetto di «città ideale» ha spiegato come la città può essere considerata l'espressione più compiuta della civiltà. In questo contesto, la rappresentazione della città e l'evoluzione della società procedono di pari passo, costituendo uno strumento capace di rendere massimo l'incontro e lo scambio fra gli individui. Strumenti di rilevamento e tecniche di rappresentazione grafica nel corso dei secoli hanno contribuito a dare maggiore spessore alla qualità del segno e alla capacità di far dialogare i diversi aspetti scientifici geostorici con quelli artistici descrittivi, o ancora con quelli di controllo e di governo del decoro urbano e architettonico. 

Tra la fine del Medioevo e l'inizio dell'età moderna, l’iconografia urbana comincia a svincolarsi dalle tematiche riconducibili a eventi religiosi o a figure sacre. Nella seconda metà del Cinquecento arrivano anche le prime significative esperienze internazionali di raccolta e celebrazione delle immagini di città. 

Tuttavia, le vedute prospettiche, i profili, le vedute a volo d'uccello o le piante – siano esse dipinte o incise – non sono l'esito di una strumentazione tecnica volta a rappresentare attraverso un codice grafico necessariamente semplificato la trama paesaggistica e il tessuto urbano, ma sono anche termine di mediazione con il linguaggio ordinario presente sulle carte stesse attraverso i riferimenti toponomastici. 

Oggi la documentazione dedicata alla città, nel complesso, svolge un ruolo primario nel percorso di indagine sulla fisicità spaziale degli abitati e, in un contesto più ampio, ha svolto una ridefinizione della categoria «spazio» nell’ambito degli studi e nelle indagini dedicati al territorio trentino. 


06/05/2020