Confini, territori e proprietà

 

 

Della ricca storia della cartografia trentina, i confini hanno sempre rappresentano uno dei temi più rilevanti, anche a causa delle dinamiche geo-politiche storiche che hanno di volta in volta traslato il confine politico: La Vallagarina, ad esempio, ha costituito dal XVI secolo ad oggi prima l’area di frontiera tra Tirolo asburgico e Serenissima, poi il limes interno all’Impero tra Tirolo e Lombardo-Veneto, in seguito cesura internazionale tra Impero asburgico e Regno d’Italia. 

Ma i limiti cartografati non sono solo quelli politici; ad essi si aggiungono altri livelli, come quello giurisdizionale-amministrativo e quello della proprietà, che si spostano dalla storia degli stati a quella quotidiana degli uomini. Per lunghissimo tempo, il territorio trentino è stato organizzato in  “Comunità” e altre forme di autogoverno consociativo, a cui si andava a sovrapporre l’autorità del principe territoriale, delle maggiori città, della diocesi. Il terzo livello di confinazioni era poi quello costituito dalle proprietà fondiarie. In questo complicatissimo quadro spesso sorgevano controversie tra privati cittadini, che portavano a questioni confinarie inerenti fondi, proprietà, servitù e usi civici; la produzione cartografica peritale, cioè stilata da un perito, neutro o di parte, nasce così per cercare di risolvere dispute per il controllo di determinati beni o risorse. 

A volte, sulla carta si trovano segnati, con simboli minuti, la posizione di cippi confinari. In questo caso, il documento rimanda al terreno; ancora oggi, infatti, passeggiando sulle montagne trentine, è possibile trovare l’antico termine tra dominio dell’Impero e della Serenissima, così come la minuta croce incisa su una roccia ad indicare il passaggio tra due diversi pascoli.


05/05/2020