Sergio Perdomi (1887-1935). Il fotografo della Venezia Tridentina

Mostra
Gigino” Munerati al portale di Castelvecchio, 1932-1933 [ Castello del Buonconsiglio Trento]

È ricordato come “il fotografo dei monumenti, delle opere d’arte, delle bellezze naturali, dell’edilizia in genere della regione”.

La prima mostra interamente dedicata a Sergio Perdomi, dal 1919 apprezzato collaboratore dell'Ufficio Belle Arti, poi regia Soprintendenza di Trento, dà spazio a un’esperienza sorprendentemente attuale di storytelling per immagini del paesaggio culturale del Trentino-Alto Adige/Südtirol com’era cento anni fa. In programma fino al prossimo 1° ottobre, la monografica “Sergio Perdomi (1887-1935). Il fotografo della Venezia Tridentina”, a cura di Katia Malatesta e Maddalena Ferrari, su progetto espositivo di Roberto Festi, si sviluppa negli spazi del Castello del Buonconsiglio, a pochi passi dai locali che l’autore utilizzò come studio e residenza.

Una ricca selezione di 175 fotografie, con oltre 150 stampe originali, rispecchia la poliedrica personalità del fotografo, restituendo le atmosfere – e le contraddizioni – di un quindicennio di interventi e trasformazioni che hanno segnato indelebilmente le città e il territorio regionale. Il percorso testimonia lo stretto sodalizio che unì Perdomi al primo soprintendente trentino, Giuseppe Gerola, acutamente consapevole del ruolo della fotografia nella tutela di un patrimonio devastato dagli eventi bellici e nella documentazione della ricostruzione.

Un ampio focus è dedicato al Castello del Buonconsiglio, che il fotografo ebbe il privilegio di frequentare ‘dall’interno’ e raccontare in ogni fase della sua trasformazione da caserma abbandonata a splendida casa dell’arte e della memoria.

La prima sezione della mostra raccoglie inoltre una campionatura di immagini di opere e luoghi talora perduti o radicalmente trasformati nel tempo, delle nuove imprese architettoniche e decorative realizzate con il sostegno di Gerola e delle grandi opere promosse dal regime fascista. Spicca, per quantità e qualità, il sistematico reportage dedicato al Palazzo Ducale di Bolzano, moderna reggia eretta per i duchi di Pistoia, con l'intento di rappresentare degnamente la casa regnante nella nuova “Provincia Romana del Brennero”.

Con la seconda sezione della mostra lo sguardo si allarga alle forme del paesaggio, dalle “marmitte dei giganti” alle grotte trentine, che Perdomi fece oggetto di pionieristiche spedizioni fotografiche, mentre i servizi su bonifiche e sistemazioni idrogeologiche, dighe, ponti, centrali elettriche, cantieri edili e stradali promossi dal Genio civile attestano l’ampio spettro della sua attività di fotografo delle istituzioni.

Grazie a un’attrezzatura funzionale seppure ancora ingombrante, l’autore introdusse in Trentino una nuova, dinamica forma di fotogiornalismo, firmando con regolarità la cronaca di eventi, cerimonie e visite ufficiali, assieme alle esperienze di inquadramento sociale e fascistizzazione del tempo libero.

Al vivace spaccato della vita sociale e dell’economia del territorio si aggiungono l’esercizio personale e intimo della ritrattistica e le ampie campagne fotografiche realizzate per l'Opera nazionale di assistenza all'Italia redenta (ONAIR), che dischiudono importanti finestre sulla condizione femminile e sulle politiche nataliste e educative promosse dal regime.

La mostra, ideata e organizzata dall’Archivio fotografico storico provinciale dell’Unità di missione strategica soprintendenza per i beni e le attività culturali in collaborazione con il Castello del Buonconsiglio. Monumenti e collezioni provinciali, si alimenta della generosa collaborazione del Mart, della Fondazione Museo storico del Trentino e della Soprintendenza provinciale ai beni culturali di Bolzano, uniti per un’ideale ricomposizione dei diversi ‘giacimenti’ fotografici in cui è confluita l’eredità di Sergio Perdomi.

Sul filo di una messe di documenti finora inediti, il catalogo dell’iniziativa si arricchisce infine di un contributo trasmesso dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione del Ministero della Cultura, che consente di inquadrare l'opera di Perdomi nel contesto nazionale della storia della fotografia di documentazione storico-artistica.