Festival Oriente Occidente e Mart

Un'alleanza per costruire progetti ed eventi internazionali

Il Festival Oriente Occidente e il Mart hanno invece deciso di passare dalle parole ai fatti, costruendo insieme una progettualità fondata sulla loro mission di realtà di proiezione internazionale vocate entrambe alla cultura contemporanea, attraverso i linguaggi della danza Oriente Occidente e quelli dell’arte il Mart.

Così i direttori del festival Lanfranco Cis e Paolo Manfrini e il direttore del museo Gianfranco  Maraniello hanno ideato e messo in campo per il 2016 una serie di iniziative che si segnalano per la qualità delle proposte, ma anche e soprattutto per il senso e il messaggio di una collaborazione che rilancia in una dimensione internazionale nuove, interessanti prospettive per la cultura del Trentino.

Tre i progetti che saranno sviluppati. Il primo avrà luogo al Mart domenica 24 aprile alle 11. Protagonista il danzatore/performer giapponese, Mirai Moriyama, che dal 2013 ricopre l’importante incarico di ambasciatore culturale del Giappone.

Il suo spettacolo “Upload a New Mind to the Body” è un assolo che ha appena progettato per l'esposizione NewSensorium - Exiting failure of modernization del ZKM di Karlsruhe e che vuole mostrare il processo di integrazione, in un corpo, dei valori nuovi che vengono sostituiti a quelli del modernismo occidentale, processo paragonabile all’aggiornamento del sistema operativo di un computer. Il suo corpo è completamente ricoperto con una sorta di membrana traslucida, simbolo dei nuovi valori e non appena Moriyama inizia a muoversi e ballare la membrana si frantuma, appaiono delle crepe, brandelli cadono, altri si mescolano con il sudore. Una performance che a Karlsruhe ha ottenuto un notevole successo di pubblico e di critica.

Gli altri due eventi si svolgeranno, sempre al Mart, nell’ambito della prossima edizione di Oriente Occidente.

Il primo, giovedì 1 settembre alle ore 20.30 nella piazza del museo, vedrà in scena la Compagnia spagnola La Veronal diretta dal coreografo Marcos Morau, già ospite lo scorso anno del Festival Oriente Occidente, con lo spettacolo “Los pàjaros muertos” ispirato al famoso dipinto, dallo stesso titolo, del periodo cubista di Pablo Picasso.

Nata per un altro museo, il Museo Picasso di Barcellona la rappresentazione si sviluppa per tableaux vivantes in cui i corpi dei danzatori-attori si fanno racconto. Vengono così evocati i primi decenni del secolo scorso, con l’avanguardia francese e la tradizione spagnola a fronteggiarsi. Il racconto si snoda attraverso i personaggi che hanno attraversato la vita dell’ artista, in un grande affresco di amori, passioni, arte, viaggi, guerre. Lo spettacolo, oltre agli interpreti della Compagnia La Veronal, coinvolgerà anche una orchestra e danzatori trentini.

Il secondo, l’1, il 2 e il 3 settembre alle ore 18 nelle sale del Mart, è una produzione del museo e del  festival affidata al  coreografo Luca Veggetti e dal titolo “Scenario”.

Formatosi alla scuola di ballo del Teatro alla Scala di Milano, dopo una carriera da danzatore, Luca Veggetti ha iniziato nel 1990 un'assidua collaborazione con lo scenografo e regista Pier Luigi Pizzi come coreografo ed assistente lavorando nei maggiori teatri europei in eventi di primissimo piano. Lavora con i giovani danzatori della Scuola Paolo Grassi di Milano per la realizzazione di Vivo e coscienza unico progetto coreografico di Pier Paolo Pasolini ed è il primo coreografo italiano nel XX secolo ad essere invitato a lavorare con la leggendaria compagnia del Kirov al Teatro Marinski di San Pietroburgo.

Veggetti per la prossima edizione del Festival darà vita ad una performance/installazione che si articolerà attorno al vano centrale del museo, quello da cui si sviluppa la spina delle scale: un percorso che si confronta con l’architettura e le collezioni del Mart, vero e proprio castello d’arte. Il tema, ispirato al “Combattimento di Tancredi e Clorinda” dalla Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso, è appunto quello del combattimento nei suoi possibili significati e valori metaforici.  Una idea incarnata da cinque danzatori/cantanti tra cui due interpreti straordinari come Chen-Wei Lee per anni elemento di spicco della Batsheva Dance Company e Abdiel Cedric Jacobsen danzatore principale della Martha Graham Dance Company.

La performance live avrà poi continuità in una istallazione di video/arte allestita nelle sale del museo nei mesi successivi.


21/04/2016