Immagini della Belle Epoque

Trento perduta 3: il giardino Scotoni e le sculture di Andrea Malfatti

[ Giovanni Pedrotti, Il giardino Scotoni, 1909 ca., lastra alla gelatina sali d’argento. AFS, Fondo G.Pedrotti]

Il vasto isolato tra le vie Vannetti, Romagnosi, Gazzoletti e di Centa (oggi Petrarca) ospitava residenza, giardino, laboratori e uffici della famiglia Scotoni, alla cui impresa di costruzioni si devono importanti edifici pubblici e privati della Trento di fine Ottocento.

Nell’ampio spazio verde si apriva lo studio di scultura costruito nel 1891-92 dal capostipite Cesare Scotoni per lo scultore Andrea Malfatti (1832-1917), appena rientrato dai successi milanesi, che condivideva gli ideali irredentisti dell’impresario.

Il giardino, che contava una monumentale serra con terrazza-belvedere e un padiglione a châlet svizzero, divenne la cornice privilegiata delle opere dell’artista. Si è ricostruita la presenza di due fontane e di una ventina di statue, alcune delle quali rintracciate altrove, tra cui le Quattro Stagioni.

La prima guerra mondiale accelerò la fine di un mondo: Malfatti scomparve ottantacinquenne, il figlio di Cesare, Italo Scotoni, fuggì in Italia per evitare l’arresto, due grandi statue vennero sfregiate e sotterrate dagli austriaci.

Del giardino, lottizzato e scomparso del tutto nel boom edilizio, restano solo uno dei cancelli, tra pilastri sormontati da canestri di fiori e frutta, e due sculture di Malfatti, l’Industria e la Pittura, in un parcheggio condominiale.

APM


15/03/2017