"La civiltà cortese tra Trento e la Toscana. I Cicli dei Mesi in Torre Aquila e nei Sonetti di Folgore da San Gimignano"

Continua il 23 ottobre con Antonella Campanini al Castello del Buonconsiglio il ciclo "Tavole medievali. Il cibo al tempo di Torre Aquila" 

Dopo l'intervento di Franco Cardini, apprezzato storico e saggista italiano, Tavole medievali, la rassegna organizzata dal Castello del Buonconsiglio, prosegue il 23, sempre alle 18, con Antonella Campanini La cucina in Italia al tempo del Ciclo dei Mesi: cibi e ricettari, mentre giovedì 29, stessa ora, Massimo Montanari interverrà su La fabbrica del cibo. Paesaggio agrario e usi alimentari nel Ciclo dei Mesi di Torre Aquila.

Capolavoro del gotico internazionale e straordinaria testimonianza della vita quotidiana nel Medioevo, il celebre Ciclo dei Mesi affrescato in Torre Aquila, costituirà per lo studioso il punto di partenza per un approfondimento su La civiltà cortese tra Trento e la Toscana. I Cicli dei Mesi in Torre Aquila e nei Sonetti di Folgore da San Gimignano.

Ad aprire l'iniziativa, venerdì 8 ottobre, è stato Franco Cardini, apprezzato storico e saggista italiano, che è intervenuto su: La civiltà cortese tra Trento e la Toscana. I Cicli dei Mesi in Torre Aquila e nei Sonetti di Folgore da San Gimignano.

“Ben venga maggio, ben venga la rosa che è dei poeti il fiore, mentre la canto con la mia chitarra brindo a Cenne e Folgóre”: quando Francesco Guccini nella Canzone dei 12 mesi, esprime questo colto riferimento letterario, attinge a una tenzone poetica avvenuta tra Cenne dalla Chitarra (Arezzo, XIII secolo – Arezzo, 1336) e Folgóre da San Gimignano (1270 – 1332ca). Ma quale l’oggetto del contendere tra i due poeti?

A Folgóre sono attribuiti trentadue sonetti, tra cui due corone dedicate ai giorni della settimana e ai mesi dell’anno. Quattordici i componimenti aventi come oggetto i mesi (uno per mese più un preludio-introduzione e una conclusione-dedica), rivolti “A la brigata nobile e cortese,/ e ’n tutte quelle parti, dove sono,/ con allegrezza stando sempre dono/ cani, uccelli e danari per ispese”.

Risposta per contrarî ai sonetti de’ mesi di Folgore da San Geminiano, questa la reazione di Cenne al lavoro di Folgóre, di cui propone una parodia che rovescia la visione del mondo aristocratico toscano, dedicando le sue rime “A la brigata avara senza arnesi:/ in tutte quelle parti dove sono,/ davanti a’ dadi e tavolier li pono/ perché al sole stien tutti distesi".

redazione

07/10/2015