Le battaglie di Bezzecca e di Lissa

Un protagonista trentino nella battaglia davanti all’isola croata di Lissa, a 450 km in linea d’aria dalla Valle di Ledro.

Mentre stanno per avere inizio le celebrazioni del centocinquantesimo della battaglia di Bezzecca, vinta il 21 luglio 1866 da Giuseppe Garibaldi con i suoi italici volontari contro le agguerritissime truppe austro-ungariche del generale Franz Kuhn von Kuhnenfeld, non si può scordare la storica coincidenza dell’altra battaglia, combattuta in quelle ore, il giorno precedente, dalle flotte delle medesime nazioni, che si affrontarono nelle acque davanti all’isola croata di Lissa, a 450 km in linea d’aria dalla Valle di Ledro.

Una storica sincronia che consente di rammentare un’altra singolare coincidenza registrata dalle cronache belliche di quei tempi, anche allora!, feroci: in quella seconda battaglia, la navale di Lissa, il Trentino contò un suo illustre quanto obliato protagonista e caduto: Enrico de Moll. Gli è stata dedicata una lapide, monumento funebre, dalla sua famiglia di dinasti, murata all’interno della chiesa di Nomi, nascosta a lato dell’ingresso principale.

Enrico era il terzogenito di Leopoldo de Moll (Nomi, 1792 – Rovereto, 1860). Imperial regio ciambellano che con sovrano rescritto imperiale del 14 giugno 1822 era stato investito del feudo di Nomi e fu titolare della carica d’i. r. commissario di Rovereto. Aveva sposato a Mantova, Ippolita Maria de Riva figlia del marchese Giovanni Jacopo e della contessa Eleonora di Colloredo. Dopo il matrimonio, aveva trasferito la sua residenza nel Mantovano, pur conservando le proprie dimore a Rovereto (in corso Nuovo, oggi corso Bettini, n. 133) e a Nomi, ove nacquero i tre figli.

Enrico de Moll, o Heinrich von Moll, aveva 37 anni quando, capitano di vascello della imperiale marina austroungarica, quel 20 luglio 1866, a Lissa, era al comando della fregata corazzata Drache portata all’attacco della squadra navale della Regia Marina italiana. Stava manovrando all'estremità dell’ala destra della I divisione tedesca, traversando la zona più combattuta e insidiosa, quando la sua nave venne colpita 17 volte da proiettili pesanti sparati dalla pirofregata corazzata Principe di Carignano.

Uno dei proiettili centrò in pieno il capitano barone Enrico von Moll, decapitandolo di netto.

L’albero maestro in quell’uragano di artiglierie fu abbattuto e la Drache, priva di propulsione, si trovò impossibilitata a manovrare. Intervenne allora la competenza e la sagacia del comandante in seconda Carl Weyprecht che seppe reagire riportando la nave in linea di battaglia, appoggiata col fuoco delle corazzate Erzherzog Ferdinand Max, Salamander e Habsburg.  

Paolo Cont - studioso

13/07/2016