Le bombe sulla chiesa di don Weber

Trento perduta 2: la chiesa di San Martino

[ Trento, chiesa di San Martino, interno verso l’abside, ante 1944, stampa su carta alla gelatina sali d’argento, cm 13 x 18. AFS, Fondo ex-Soprintendenza Statale]

Il 13 maggio 1944 Trento subì un pesante bombardamento da parte dell’aviazione alleata, durante il quale furono colpite due delle più belle chiese della città: quella dell’Annunziata in via Belenzani, che perdette la cupola e parte della facciata, e quella di San Martino, cuore religioso e monumentale del sobborgo omonimo, che fu ferita a morte. Le numerose opere d’arte che essa custodiva andarono distrutte e quanto rimase in piedi dell’edificio dovette essere demolito.

All’epoca era priore di San Martino don Simone Weber, autore di innumerevoli studi di storia regionale. Nel libro che aveva dedicato alla “sua” chiesa l’aveva definita “bella e graziosa da essere un vero gioiello”. Gli altari marmorei eretti da Francesco Oradini, gli affreschi festosi di Giorgio Anselmi e le tele di Giambettino Cignaroli, Felice Boscarati, Giuseppe Marchesi, Giuseppe Varotti e Martin Knoller la qualificavano infatti come una piccola antologia dell’arte settecentesca.

Don Weber, che si era opposto alla rimozione cautelativa della pala di Cignaroli disposta dalla Soprintendenza, si considerò indirettamente responsabile della sua distruzione e ne fece quasi una malattia, come riferì molti anni dopo Nicolò Rasmo.

RP


28/02/2017