«Nascerà lassù una Trento di Sopra»

Trento da salvare 3: le ex caserme del monte Bondone

[ Flavio Faganello, Le ex caserme austro-ungariche alle Viote del Bondone, 1975, stampa su carta alla gelatina sali d’argento, cm 18 x 23,5. AFS, Fondo Faganello]

Architettura alpina, paesaggio, memoria, sostenibilità, riuso, risparmio delle risorse e del territorio, tutela, manutenzione, conservazione delle vestigia della Prima guerra mondiale. Mentre tutti parlano e scrivono attorno a questi temi, le ex caserme del Bondone crollano.

Già centro per la tutela e la cura degli animali selvatici, frequentato per anni da scolari che salivano al centro di Ecologia alpina per educarsi al rispetto dell’ambiente e dei luoghi, il complesso edificato dall’esercito austro-ungarico è stato progressivamente svuotato di usi e contenuti.

Luogo di asilo ed esilio per rifugiati fuggiti dalle loro terre e allontanati dalla città in un ambiente, per noi cittadini, paradisiaco, il complesso attende un progetto di recupero, urgente quanto opportuno, e il suo futuro potrebbe essere ricercato nel silenzio, nella bellezza e nella storia del luogo, più che attraverso ricerche di valorizzazione patrimoniale.

Le costruzioni realizzate nei primi anni del Novecento sono pragmatiche, logiche, ordinate e sobrie, risolte con esemplare semplicità, economia e perizia costruttiva: sopravvissute a due conflitti mondiali e infinite nevicate, rischiano oggi di soccombere nel clima duro degli inverni culturali.

Facciamo nostro l’auspicio di Antonio Pranzelores lanciato nella Guida di Trento pubblicata nel 1927: «Nascerà lassù una Trento di Sopra, una città dedicata alla salute, al piacere», nella speranza che il “rilancio del Bondone” si ricordi cos’è il Bondone.

FC


19/04/2017